Cronicario: Abbiamo abolito la povertà, ora tocca alla ricchezza

Proverbio del 16 ottobre La felicità raramente si accompagna a uno stomaco vuoto

Numero del giorno: 5,1 Crescita export italiano ad agosto su base annua

E finalmente capisco che è tutta colpa della statistica che dice e non dice, spiega e finisce con l’alludere, usa la lingua comune e genera enormi fraintendimenti, visto che le definizioni statistiche non hanno senso comune. Se il Governo del Cambiamento inanellerà una serie di capitomboli dovremmo prendercela, fra gli altri, con Eurostat che proprio oggi, che la Grande Manovra del Popolo viene svelata in tutta la sua meravigliosa sostanza, se ne esce con questa roba qua:

Ora che dovrebbe fare un qualunque Governo del cambiamento di fronte a dati che illustrano un paese dove quasi uno su tre è a rischio di esclusione sociale o di povertà? Dove ci sono più poveri che in Spagna, Portogallo e persino in Estonia, che già ricordarsi dov’è è difficile?

Già. Far cadere la manna del denaro pubblico su una platea di affamati deve esser sembrato il male minore al Governo del cambiamento,  e chi se ne frega dell’Europa, che però ha trascurato un’altra statistica, stavolta fatta in casa.

O forse no. Forse l’ha letta talmente bene questa statistica che ha pensato bene di fare un condonino (cito dal titolo di prima pagina di un noto giornale fustigatore) per consentire ai poveri italiani in stato di necessità e a rischio di povertà di risparmiare su quella cartellina esattoriale di quella volta che proprio non ce l’hanno fatta a presentare la dichiarazione dei redditi o a pagare le tasse perché il commercialista era morto, pioveva, gli alieni avevano invaso la tangenziale, non si sentivano tanto bene e a un certo punto sono arrivate anche le cavallette (cit.). Quale governo avrebbe mai potuto resistere?

E così il contribuente in nero e la giustizia fiscale si sono incontrati per il loro ultimo (di una lunga serie a venire) bacio, infischiandosene di quella pletora di utili idioti che è costretta dalla ritenuta alla fonte a pagare tutto, pure il canone televisivo senza avere la tv. Serve aggiungere altro? La retorica della povertà impregna il nostro dibattito pubblico come lo spirito santo nel Medioevo. La Grande Manovra promette il Rinascimento, ma forse c’è un equivoco. La povertà è stata già abolita per decreto. Adesso si tratta solo di abolire la ricchezza.

A domani.

Un Commento

  1. Gior

    L’abolizione della ricchezza nel capitalismo equivale alla messa in discussione della natura ondulatoria della luce. Semplicemente, i principi del capitalismo stesso spingno il singolo ad esprimere il proprio egoismo fino al limite ed oltre. Quell’oltre e’ questione molto relativa e personale.

    Salvini ed il popolo leghista denunciano i 30 euro al giorno per i migranti o i costi per la gestione dell’emigrazione, ma non denunciano mai i furti perpetrati da benestanti, ricchi e imprese, che sono enormemente ma enormemente piu’ grandi e si protraggono dalla notte dei tempi. Evidentemente con questi si identificano. Se e’ il capitalismo a punirli, se la prendono con i migranti. Da questo banale fatto si capisce bene la natura che li muove. Amano il privilegio, avere un nemico fantoccio da combattere e si autoassolvono a priori da ogni peccato poiche’ sanno essere generosi con chi li riconosce. Amore a prima vista.

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    • Maurizio Sgroi

      salve,
      il cronicario ride per non piangere, ma il senso è chiaro. l’abolizione della povertà, annunciata addirittura per decreto, è il rovescio della medaglia della guerra alla ricchezza, sicché alla fine l’una e l’altra evaporano nella ciotola di riso di asiatica memoria. Al netto ovviamente dei benefattori del popolo e dei loro accoliti. che fa questi accoliti ci siano anche chissà quanti evasori fiscali è nelle cose di questo mondo, almeno nel nostro.
      Grazie per il commento

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      • Gior

        Quell’annuncio e’ dello stesso tenore dell’abolizione delle auto blu e la spending review. Tuttavia osservo che la Lega Nord spinge per dare soldi a mediamente benestanti, che potrebbero aver ricevuto gia’ tanto dallo stato (di cio’ nessuno se ne occupa). Il M5S, pur nel ridicolo delle dichiarazioni, concede una ciotola di riso rivestita da 80 euro. Io mi sono stupito quando Invitalia, quindi il governo, ha regalato (a fondo perduto) 30 milioni di euro (il bilancio annuale del comune di una citta’ di 30mila abitanti) ad una societa’ di un “povero” magnate arabo. Quindi, anche se maldestramente, per una volta, si getta denaro in cantina e non al casino’. Il reddito di inclusione erano 200-400 euro, mi sembra. Come mai il Pd attacca molto piu’ il M5S che la Lega Nord?

        Cio’ che denunci tu e’ l’assenza di uno stato decente, che si vuole mantenere assente. E’ l’antico conflitto tra lavoro dipendente e con ritenuta alla fonte e chi lavora indipendentemente…..anche rispetto ai versamenti. Per me lo stato non dovrebbe dare nemmeno una ghinea e tenersi tutto, sapendo restituire nel giusto, e ove esiste necessita’. Cioe’ comportarsi come fa Salvini con i suoi soldi. Ovviamente faccio riferimento ad una societa’ “che funziona”, non a questa follia post-iper-moderna. Quindi, si capisce che se non si mette mano alla struttura si rimara’ nelle sabbie mobili della propaganda di bassa lega per raccattare consenso. Piu’ cala la fiducia sistemica e piu’ partiti e politici deflagrano…….

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      • Maurizio Sgroi

        la sua visione di uno stato che dovrebbe tenersi tutto la trovo parecchio temibile. per me lo stato dovrebbe stare più possibile lontano dai soldi dei cittadini e prelevarli per lo stretto necessario, preoccupandosi piuttosto di difendere i cittadini e proteggerne la ricchezza, che significa innanzitutto scrivere e amministrare la legge. ma son punti di vista. Ognuno ha le sue ragioni.
        grazie per il commento

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  2. Gior

    Tu sei proiettato al futuro. Il futuro e’ importante. Ma anche il passato insegna molto. La dimensione storica fa capire il senso dell’attualita’.

    Lo stato e’ necessario per i deboli. Il controllo delle masse e’ fatto ineluttabile (orientare, come dicono i giornalisti). Un debole lasciato nella giungla viene mangiato. L’ampia fascia di mezzo vive di speranze. Quando lo stato depressivo dell’economia italiana non appariva ancora in maniera evidente, le fascie intermedie si erano (erano) illuse che ad essere colpiti fossero i piu’ deboli e quindi lasciavano fare. Semplicemente, essi non capivano che i problemi dei clienti (e dello stato) si sarebbero trasferiti ad essi.

    Chi si puo’ salvare e’ chi puo’ scappare. Il capitale, fin da subito, si e’ fatto le regole per scappare e salvarsi, anzi prosperare. Anche il lavoratore e’ stanziale e soffre, ma puo’ emigrare. E cosi’ il piccolo commerciante, il professionista e il piccolo produttore stanziali (sbagliando totalmente strategia) sono falliti. Di quanto accaduto, han dato la colpa ai meridionali, ai miliardi di lavoratori statali, allo stato spendaccione, agli sprechi, ai comunisti, all’alto costo del lavoro. Poi, presi per sfinimento sono riusciti ad emettere un vagito: la cashta….So’ forti e pure recidivi, adesso inseguono il mito dell’immigrazione. Intanto il livello decisionale e’ stato centralizzato e la responsabilita’ trasferita in luoghi inaccessibili. Ancora una volta, non se ne sono accorti.

    Son fatti cosi’. Mai una volta che identifichino il bersaglio giusto. Stanno in mezzo al vento (della propaganda) come le banderuole. Eppure, da quando lo stato e’ stato messo in disparte e , finalmente, il mercato domina la scena (50 anni), quella che veniva venduta come la soluzione delle soluzioni si e’ rivelata sotto la forma di danni e fallimenti per molti. Non per tutti, e’. Fosse per me, per ogni azienda che chiude, ne aprirei un’altra che sostituisce la produzione della precedente con le stesse maestranze. E chi dovrebbe farlo? Non ci sono alternative: lo stato.

    Molti proprietari e azionisti di aziende dismesse o fallite rimangono ricchi o benestanti. Chi perde il reddito puo’ rischiare la poverta’ in poco tempo. Se esiste un’alternativa al ruolo dello stato nella protezione dell’individuo rispetto alle intemperie di questa societa’, fammelo sapere. Se lo stato deve difendere i cittadini e proteggerne la ricchezza (evidentemente chi ce l’ha), a chi questa ricchezza non ha, secondo questa logica, non resterebbe che l’autocombustione.

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  3. Jean-Charles

    Apprezzo molto i suoi articoli che lefffo da parecchio tempo.

    Se ho capito bene, l’economia non osservata nel 2016, sarebbe stata 210 miliardi per un PIL ufficiale di 1690. Il 210/1690×100=12.5%

    Secondo altre stime sarebbe di circa il 20-25%, seconda in UE dietro quella greca ma quasi il doppio di quella nei Paesi dell’Europa continentale di circa 10-15%.

    Il doppio nel nostro meridione in confronto a quella delle regioni del nord Italia.

    Ma adesso arriva il reddito di cittadinanza e cadrà di molto….Spero francamente di no parte quella derivante da attività come droga, prostituzione che sarebbero già integrate nel PIL…ufficiale.

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