La sinestesia come metodo per le scienze sociali

Il link alla fine di questo post propone uno studio sull’uso della logica sinestetica nello sviluppo delle scienze sociali. La ricerca promuove l’idea che uno dei grandi problemi degli scienziati sociali nel corso del tempo, oltre alla specializzazione delle conoscenze, sia stato quello di utilizzare categorie usate per le scienze naturali. Una per tutte: il rapporto causa-effetto, applicato a un ambito complesso come il consorzio umano, che per giunta non può essere chiuso in un laboratorio.
Senonché mentre ormai anche nelle scienze naturali il rapporto di causa-effetto, ha perduto autorevolezza quanto a capacità di descrivere la realtà, i danni che secoli di ragionamenti causalistici hanno provocato alle scienze sociali sono rimasti. Il primo, più grave: abbiamo prodotto migliaia di teorie che spiegano la società partendo da motivi ipotetici.
La visione che qui sosteniamo è differente: le società funzionano in maniera sinestetica. In ogni momento una società esibisce un certo tipo di politica, di economia, di tecnologia, di scienza, di letteratura, di arte, di costumi. Ed è molto utile comprendere questa rete di relazioni, che evolvono seguendo alcune
linee di tendenza.
Questa ovvietà cela il fatto, assai meno ovvio, che fra queste espressioni sociali non ci sia alcun rapporto di causalità. La nostra mente le percepisce esattamente come i nostri sensi percepiscono colori, sapori, odori, suoni. Chi direbbe che un certo sapore determina un certo odore? Non avrebbe significato.
E tuttavia è quel che abbiamo fatto per lungo tempo con le scienze sociali: abbiamo attribuito una causa politica a un fatto economico, oppure derivato una scoperta scientifica da una decisione politica, o un movimento artistico da un’invenzione scientifica.
Un altro impedimento che la logica causativa ha provocato allo scienziato sociale, è stato l’aver incoraggiato la fioritura di antinomie, divenute facili travestimento per le ideologie. E quindi strumento per l’esercizio del potere.
Questo studio propone un approccio diverso per la costruzione della storia. Non la ricerca di cause, e quindi di spiegazioni, che finiscono col determinare ideologie che impediscono la comprensione, ma la ricerca di tendenze, che si esprimono in diverse modalità sociali, che servano per immaginare il futuro. La
Storia come maestra di vita, come si diceva una volta.

Scarica lo studio a questo link.

Un Commento

  1. Francesco Barone

    Egr. dott. Sgroi,
    mutuare dalla letteratura o da un certo stile poetico un metodo capace di provocare delle suggestioni ( e suggerimenti) passando dall’uno all’altro campo semantico per cogliere somiglianze o affinità di qualche tipo è certamente il parto di una mente creativa, sensibile e raffinata. Questo modus operandi mi riporta alla mente un nome per tutti, quello di Henri Poincaré che della creatività era stato un cultore e teorico singolare (in Scienza e metodo ). In particolare mi piace ricordare quel passaggio in cui, andando probabilmente contro tendenza, auspica l’incontro fra più domini scientifici (connessioni inattese = sinestesie) , giacché la specializzazione porta a sezionare la realtà anziché “comprenderla” , rispettarla e così trarne vantaggio. Ho inteso bene ?
    Distinti saluti,
    Francesco Barone

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    • Maurizio Sgroi

      Salve,
      Si lo spirito è quello. Ovviamente non ho inventato nulla. Siamo tutti nani sulle spalle di giganti come ha detto qualcuno. Ognuno di noi può giusto ricordarlo.
      Grazie per il commento

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