Cartolina. Avere lo spread a mille

Chi ricorda i giorni quando gli italiani impararono cosa fosse lo spread, che a novembre del 2011 superò i 570 punti base, avrà modo di apprezzare lo stato di salute di 18 paesi non meglio identificati dal Fmi, dove lo spread va a mille. Non nel senso che va bene. Ma che ha superato i mille punti base. Poco sotto, a circa 880 punti di spread, ci sta un altro ampio e ugualmente non meglio identifico gruppo di paesi distribuiti fra le zone più disgraziate del nostro pianeta, dove si vive con poco, nel senso che si mangia poco. Questi paesi, come imparammo anche noi nel giorni della tempesta, fanno sempre più fatica a piazzare le proprie obbligazioni pubbliche, visto che uno spread elevato implica merito di credito basso e quindi rischi elevati, che tengono lontani gli investitori professionali. Attirano solo quelli famelici. Quelli pericolosi. La nostra crisi dello spread, lo ricorderete, condusse a una crisi di governo. Non sappiamo se in questi paesi avverrà qualcosa di simile. Ma immaginiamo che avere lo spread a mille sia una prova più che sufficiente che dimostra una cosa molto semplice: un governo non ce l’hanno da tempo.
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