Etichettato: festa di liberazione nazionale
25 aprile 2013, aspettando la liberazione
Aldilà di come si giudichi il 25 aprile, dovremmo essere tutti contenti di contemplare nel nostro calendario civile una festività dedicata alla liberazione.
Credo che l’Italia sia l’unico Paese al mondo a festeggiare una cosa del genere. La liberazione: la fine di un’oppressione.
Strapparsi di dosso la camicia di forza della storia.
Tornare a credere che il futuro ce lo facciamo da soli.
Tornare ad essere protagonisti.
Detto ciò, per uno scherzo curioso del caso, nella nostra storia di date in aprile ce ne sono almeno due che ci dobbiamo ricordare.
La prima è il 21 aprile del 1943, quando alcuni uomini politici si presentarono al Re chiedendo la cacciata di Benito Mussolini. Iniziò, insomma, quel percorso che condusse alle dimissioni del 25 luglio ’43 che misero fine al ventennio fascita. Questa prima liberazione portò con sé un’occupazione, quella nazista, che spaccò in due l’Italia e diede il via a una sostanziale guerra civile. Si dovettero affrontare molti sacrifici per conquistare la libertà, ma il popolo era convinto di essere dalla parte giusta della storia. E la storia è cambiata.
La seconda è il 25 aprile, che festeggiamo oggi, quello del 1945, quando le truppe alleate finiscono di liberare, occupandole, le città italiane dalle truppe naziste. Lo stesso giorno la Germania venne letteralmente spaccata in due, dopo il congiungimento delle truppe americane e sovietiche sull’Elba. A un’altra liberazione seguì un’altra occupazione, stavolta della Germania. Anche qui si sacrificò molto all’idea di essere dalla parte giusta della storia e per tornare ad essere liberi. E anche stavolta, la storia è cambiata.
Forti di tali precedenti, l’unico augurio che possiamo regalarci in questa giornata di festa, è che arrivi presto un altro 25 aprile che cambierà la storia. Abbiamo un disperato bisogno di liberarci dall’oppressione. Un peso che non sappiamo neanche identificare, sebbene non manchino i nomi per definirlo.
L’ultimo nome che ha assunto questa oppressione è quello di Crisi Economica, declinazione del nostro stato ormai conclamato di debitori irredimibili. Il peso dei nostri debiti ci schiaccia, priva gli stati e gli individui della prospettiva di un futuro che non sia segnato dalla mancanza di libertà. Perché questo provocano i debiti, specie quando sembrano eterni.
Il caso vuole che questo 25 aprile coincida con gli albori di un nuovo governo. Potrebbe essere l’inizio di una liberazione (pure al costo di un’occupazione) oppure il semplice proseguimento dell’oppressione.
Ce lo dirà il tempo.
Oggi mi contenterei di sapere, visto i sacrifici che comunque dovremo affrontare, se stiamo o no dalla parte giusta della storia.
Buon 25 aprile
PS in occasione di questa festa ho deciso di inaugurare una nuova sezione, che si chiama Fabulae, dove non vi tedierò con numeri e grafici. Sarà un luogo di narrazione, in tutti i sensi. Un modo per continuare, seppure con linguaggi diversi, il discorso sul debito che ha originato questo blog.
Grazie a tutti per l’attenzione.
