Tassi bassi e produttività in declino: il caso delle economie emergenti

Qualcuno ha scritto che il comfort di oggi sarà il disagio di domani, volendo con ciò raccontare di come il nostro costante (e crescente) bisogno di comodità finisca per abbassare la nostra tolleranza alla scomodità. E’ un fatto che ha a che fare con la nostra costituzione di esseri umani, che possiamo interpretare da un punto di vista psicologico, neurologico, fisico o come volete voi.

Rimane il fatto. Siamo progettati per amare le comodità e ogni volta che ne raggiungiamo una dopo un po’ cerchiamo di stare ancora più comodi, col risultato che, una volta ottenuto il miglioramento, il vecchio livello di comodità ci sembra intollerabile. SI potrebbero fare migliaia di esempi. Una volta la gente affrontava il caldo agitando dei ventagli, e quando fu inventato il ventilatore sembrò assurdo continuare a usare la vecchia tecnologia. La stessa cosa avvenne quando fu inventata l’aria condizionata, e l’uso dei ventilatori fu relegato al modernariato, eccetera eccetera.

Questa nostra forma mentis si replica, e non vedo come potrebbe essere diversamente, nel consorzio umano, e segnatamente nel discorso economico che abbiamo intrapreso qui, dove più volte abbiamo notato come l’agevolazione di oggi diventi il problema di domani. Un’agevolazione è una forma di comfort, a ben vedere. E molto facilmente viene percepita come indispensabile per la sopravvivenza. Vale per il condizionatore, ma anche per i tassi bassi: ricordiamo tutti il panico generalizzato che seguì all’annuncio delle principali banche centrali che il bengodi del denaro a costo negativo era terminato.

Ciò che vale qui ricordare, tuttavia, è che il comfort non si limita ad abbassare la nostra tolleranza a un particolare tipo di disagio, ma genera svariati tipi di correlazioni in campi che sul momento non vengono percepiti. Il condizionatore, per restare al nostro esempio, ha un impatto ambientale che il ventaglio non aveva. E tralasciamo l’impatto che ha sul nostro corpo il costante shock termico associato al passaggio da un ambiente condizionato a uno naturale.

La stessa cosa vale anche per l’economia. Le evidenze sono numerosissime. L’ultima l’ho trovata in un interessante bollettino diffuso dalla Bis di Basilea dove si osserva che la lunga stagione di tassi bassi vissuta dai paesi emergenti, che peraltro sono riusciti per una serie di motivi a sfuggire agli effetti della grande crisi finanziari del 2008, si è associata a un crescente flusso di investimenti nei settori dell’immobiliare e delle costruzioni, derivata dalla notevole crescita del credito concesso a questi paesi, mentre i settori più legati ad altre attività produttive, manifattura in primis, hanno avuto opportunità assai minori.

Si è verificata quello che i gergo si chiama riallocazione delle risorse verso i settori a minore produttività, in danno di quelli a maggiore.

Il risultato è stato che questi paesi hanno visto diminuire i loro livelli di produttività. Il confort di oggi (in questo caso di ieri) è il disagio di domani. In questo caso di oggi.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.