Cartolina. Come si dice spread in francese?

A dimostrazione del fatto che i mercati ce l’hanno con tutti, perché in pratica non guardano in faccia nessuno, si segnala come pure curiosità di cronaca la circostanza che il terribile spread, che ci ha afflitto per alcuni anni seminando il panico fra politici e commentatori, ha iniziato a segnalarsi come un problema per i nostri cugini francesi, che stanno vivendo, com’è noto, una nuova stagione di tormenti. La differenza – sempre il famoso spread – fra il decennale tedesco e quello d’oltralpe, infatti, ha superato quella della Spagna, e si avvicina pericolosamente al nostro livello, che ormai a noi sembra persino basso. Mi domando se i politici e i commentatori francesi finiranno come noi, un giorno, a parlare tutti i giorni dello spread. E chissà come lo tradurranno. Nel frattempo osservo che gli inglesi, fuori dall’Europa da parecchio tempo, hanno superato i 200 punti base sul Bund. Almeno non hanno il problema della traduzione.

Un Commento

  1. Avatar di Francesco Barone
    Francesco Barone

    Questo è vero humor inglese! Ma contiene un fondamento di sostanza non trascurabile. Riuscire a dialogare nella propria lingua è un vantaggio di non poco conto. La parola è il mezzo con cui si comunicano le idee, si concludono gli accordi, si scrivono le regole e le sentenze, si dichiarano le guerre, ecc… E’ come attuare gli scambi commerciali e finanziari con la propria valuta, non si è soggetti al rischio di cambio.

    Auguri sinceri

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  2. Avatar di Eros Barone
    Eros Barone

    Colgo l’occasione dell’approfondimento interlinguistico per sottolineare, insieme con l’etimo della parola in questione, l’importanza formativa degli studi classici e per augurare le buone feste sia all’autore di questo blog sia al frequentatore mio omonimo. Fino a quando non si capirà l’utilità di ciò che in apparenza è inutile, i licei classici, espressione della migliore tradizione della scuola italiana, saranno, come si suol dire di certe razze animali, a rischio di estinzione. I ragazzi italiani del Ginnasio-Liceo classico hanno ancora la fortuna straordinaria di poter esercitare le loro menti sulla sintassi ricca ed elaborata di Cicerone e di Platone, di poterli leggere nella loro lingua originale: viva, vivissima. Chi ne dubita, rifletta ad esempio sul fatto che l’arcinota ed attualissima parola ‘spread’ (in inglese ‘to spread’ = diffondersi, disperdersi) viene dritta dritta dal greco, precisamente dalla radice “sper-/spor-/spr-”, che è la stessa del sostantivo ‘dià-spora’: la sorte che toccherà a noi italiani se non ci affrettiamo a riscoprire l’importanza dello studio e della ricerca, tornando a coltivare il bello e il buono, l’‘ars’ e la ‘sophìa’.

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    • Avatar di Maurizio Sgroi
      Maurizio Sgroi

      salve,
      la ringrazio per l’etimo, che ignoravo, e per la riflessione, che condivido pienamente. La cultura classica è un frutto pregiato della storia, e come tale dovrebbe essere continuamente frequentata e diffusa.
      Grazie anche per gli auguri, che ricambio di cuore. E, soprattutto, grazie per il commento.
      Buone feste

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