Cartolina. Perturbazione stabile

Il commercio internazionale non esprime certo la sua forma migliore, quella che l’ha portato dal 35 al 60 per cento del pil mondiale fra la metà degli anni ’80 del XX secolo e la metà degli anni Dieci del XXI, ma gode tutto sommato – e c’è molto da sommare – di una buona salute. I teorici – e i pratici – della de-globalizzazione dovranno farci i conti. Le previsioni per gli anni a venire lasciano indovinare una certa stabilità. Niente faville, ma neanche crolli. A meno di catastrofi imprevedibili, ovviamente. Rimane, strisciante, infatti, una certa perturbazione, che si indovina nei discorsi di fastidio che si ascoltano da parte dei tanti che vedono ancora l’internazionalizzazione come un disturbo della loro quiete, salvo poi postare il loro scontento sui social col loro smartphone prodotto chissà dove. La stabilità, costantemente perturbata, del commercio internazionale, trova il suo rovescio nella perturbazione stabile di queste persone. Sempre più numerose.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.