Cartolina. La febbre dell’oro

Chi osserva i trend di lungo periodo, meraviglioso passatempo dei filosofi sociali, sarà stupito nello scoprire che la febbre dell’oro, dalla quale il mondo sembrava essere gradualmente guarito dalla fine degli anni Sessanta, è di nuovo fra noi. Da quando è cominciato il nuovo secolo la febbre è ripartita. In barba a Internet, alle valute digitali o elettroniche, la smaterializzazione di ogni cosa, il “barbaric relic” che già Keynes sfotteva cent’anni fa è tornato di gran moda. C’è sicuramente qualcosa di istruttivo in questo eterno ritorno dell’eguale, che però mi sfugge. Nel dubbio corro a comprare un doblone.

Un Commento

  1. Avatar di Francesco Barone
    Francesco Barone

    Se si esclude quell’11% ca. della produzione mondiale di “yellow devil” impiegato nell’industria (elettronica, aerospaziale, medica) , vorrei che qualcuno mi convincesse della sua importanza reale per il benessere dell’umanità. D’accordo, è raro, duttile, malleabile, lucente, inalterabile, resistente, costoso da estrarre, pericoloso per chi lo estrae , per chi ci abita vicino, per chi lo possiede; ma (meschino) deve rimanere nascosto in qualche caveau o cassaforte privata, è così bello che non lo si deve vedere! Mi richiama tanto alla mente quel racconto di Andersen, “i vestiti nuovi dell’imperatore”: il conformismo insieme ai fantasmi che popolano la mente dell’uomo sono la sua vera ragion d’essere; ma è ora che si faccia sentire il “bambino” che c’è in ciascuno di noi.

    Cordiali saluti,

    Francesco Barone

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