Etichettato: geopolitica estinta: storia del sale
Geopolitica ed energia: fra sinestesia e storia
Nei giorni scorsi sono stato invitato a offrire un contributo a un corso su Geopolitica ed Energia che si sta svolgendo presso la facoltà di Scienza politiche dell’Università Roma Tre. Una splendida occasione per ragionare non soltanto su un tema strategico del nostro tempo – d’altronde l’energia nelle sue varie forme lo è stata in ogni tempo – ma anche del modo in cui costruiamo il nostro discorso sulle scienze sociali, che anche su questo blog ho iniziato a esplorare.
Mettere alla prova una metodologia su un campo specifico di osservazione è un boccone appetitoso per ogni studioso, quindi comprenderete bene il mio entusiasmo.
Il video che trovate nel link sotto è il frutto di questa riflessione, che partendo dalla semantica, spiega in pratica cosa vuol dire usare la sinestesia per osservare i fatti di una società e conclude con l’applicazione del metodo a un caso che ho definito di “geopolitica estinta”, ossia la storia dell’oro bianco, meglio conosciuto come sale.
Ce n’è abbastanza per concludere ricordando la legge della conservazione dell’energia, che la fisica ci ha spiegato ormai da alcuni decenni, e domandandosi quanto la nostra capacità di inventare nuove forme di “cattura” e distribuzione dell’energia, che abbonda nel nostro mondo, dipenda dal modo in cui percepiamo e ragioniamo sui problemi concreti.
Per dirla diversamente: ragionando in maniera causalistica, secondo l’insegnamento degli scienziati del Seicento, siamo arrivati sulla Luna e oltre. Dove possiamo arrivare se impariamo a ragionare sinesteticamente?
Ai poster l’ardua sentenza, diceva il poeta.
Buon ascolto.
Geopolitica dell’energia: fra semantica, sinestesia e storia.
