Cronicario: Non abbiamo bloccato la Tav, è un esperimento sociale
Proverbio del 22 febbraio Fai attenzione a ciò che si dice, non a chi lo dice
Numero del giorno: 11 Percentuale della popolazione venezuelana emigrata secondo l’Onu
E’ venerdì pomeriggio e figuratevi che voglia c’ho di parlarvi di Tav, ossia il miglior distillato possibile del supercazzolismo nazionale. Però occorre pure che qualcuno riporti le ultime parole famose del nostro illuminato governo che oggi – e come sempre – ha strappato gli applausi dei social-isti italiani.
Comincia di buon Mattino il nostro vicepremier Uno (o Due, fate voi) che ben barbato e spettinato almanacca l’uditorio spiegando che no, perbacco, “Non c’è alcun blocco della Tav, c’è solo una revisione del progetto con l’obiettivo di portare a termine il progetto”. Per la cronaca la revisione, che durerà chissà quanto, è la logica conseguenza dell’analisi costi/benefici, che derivava da una domanda annosa: ma la Tav si fa?
A un certo punto arriva anche la parola magica: referendum. E già ce li vedo legioni di piemontesi a compulsare alcune migliaia di pagine di documenti per conoscere e deliberare.
Finalmente, sul far del pomeriggio, sono arrivate le parole illuminatissime del ministro il quale ci ha fatto sapere che 1) la Tav non è bloccata ma solo sospesa e che 2) comunque la Tav non è una priorità perché semmai i benefici si vedranno fra 50-70 anni. Un po’ come accade con l’istruzione di massa. Accadeva almeno.
Buon week end.