Cronicario: I primi 70 anni della riforma pensionistica

Proverbio del 27 gennaio Nella stagione cattiva l’acqua scorre all’indietro

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Lo so che siete distratti dalla gioia, sia che siate dell’ex governo del cambiamento sia che tifiate per l’avvenuto cambiamento di governo. Sia che lodiate la nuova governatrice calabra che promette telecamere nel proprio ufficio,

sia che spargiate grappini svuotati lungo la via Emilia. Lo so: oggi siete felici. Ma siccome il governo sa bene che la felicità è un attimo, ecco che i nostri meravigliosi uomini della provvidenza – anzi donne in questo caso – hanno subito messo in piedi non uno, né due ma persino tre tavoli per rendere la nostra gioia autenticamente duratura. Come? Dai è facile.

I tre tavoli si occuperanno della prossima riforma delle pensioni, genere fra i più prolifici di casa nostra. E visto che magari non lo sapete vi dico una cosa: la prima riforma delle pensioni compie quest’anno giusto settant’anni. Il prossimo 28 luglio, infatti, festeggeremo i 70 anni tondi della legge 63371950 che iniziò il lunghissimo filone che ancora oggi tiene impegnati – a dispetto di ogni pensionamento – schiere di politici, demografi, statistici, giornalisti, professori e soprattutto legioni di aspiranti fancazzisti che aspettano la pensione come fa la dolce Giulietta col suo Romeo.

Non basta un’enciclopedia a raccontare la saga delle pensioni, che ogni anno si arricchisce di dettagli, sorprese, colpi di scena, quote 100 e giù a scendere fino a chissà quanto.

Non sappiamo dove ci condurrà l’ennesima evoluzione del genere. Gli sceneggiatori sono all’opera e daranno il meglio di loro con l’obiettivo – ormai annoso – di “superare la legge Fornero”, come dice la ministra del lavoro a termine, promettendo che le nuove misure saranno inserite nella Nadaf di settembre e dà lì voleranno verso il cielo pluristellato dell’Inps. Quota 100 finisce nel 2021, ha spiegato, ma “l’obiettivo è garantire una flessibilità maggiore in uscita, ragionare sul lavoro discontinuo e affrontare il tema della pensione di garanzia per i giovani”.

Eh già sono giovani, poverini. Ma per fortuna la giovinezza dura poco.

A domani.

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