Cronicario. In trust (meglio svizzeri) we trust
Proverbio del 28 luglio Nella prosperità il padre, nelle avversità la madre
Numero del giorno: 25 Quota % ore di Cig richiesta sul totale da imprese senza calo fatturato
Io davvero non capisco perché quel povero governatore della regione più bella del mondo sia stato messo in croce perché la mamma, santa donna, gli aveva confezionato un trust alle Bahamas, poi traslocato in Svizzera, dove far crescere indisturbati dal Fisco italiano e dall’invidia sociale un pugno di milioni di euro sicuramente frutto del più onesto lavoro compiuto come dentista nell’arco di una lunga e prospera esistenza, visto che i milioni di sicuro non erano del papà che come rivendica il governiente “era impiegato alla mutua”. D’altronde si sa, pure pagando tutte le tasse, i dentisti guadagnano niente male.
Io davvero non capisco poi perché d’improvviso l’italiano scopra i trust e s’indigni, quando è notorio quanto ci piacciono.
Dai non fate gli ingenui. O se proprio volete farlo, ricordatevi sempre questo delizioso specchietto preparato da Bankitalia che riepiloga (qua sotto) il malloppo che i figli (o nipoti) fortunati di genitori (o nonni) prudenti (e affluenti) tengono all’estero, alla faccia del Fisco italiano, che s’indigna e s’impegna e poi getta la spugna con gran dignità e impugna lo scudo fiscale per spuntarci qualche spicciolo.
Per la cronache: l’italiano medio col trust, in maggioranza residente sempre nella regione più bella del mondo, tiene i soldi in Svizzera, la casa in Francia ma incassa in Italia. Non so a voi, ma a me sembra il perfetto europeo che ognuno dovrebbe essere. Ma che purtroppamente non è.
A domani.