Il problema di aspettarsi il peggio

L’ultima indagine campionaria di Bankitalia sulle aspettative di inflazione e crescita, svolta sulle imprese con almeno 50 addetti, mostra un clima cupo che giova assai poco alla costruzione di un contesto economico positivo. Che non vuol dire che le cose vadano bene oggi – in questo momento bisogna solo tenere duro – ma che andranno bene domani, quando le varie tensioni che fiaccano gli animal spirit saranno (speriamo) dissipate.

Purtroppo l’indagine di Bankitalia ci dice esattamente il contrario. Le aspettative volgono al peggio. E quando ci si aspetta il peggio è molto difficile che si faccia qualcosa di buono. Prevale l’istinto di conservazione, quello che ci spinge a risparmiare le forze, a ridurre le attività. Si afferma uno stato letargico, che la contabilità nazionale fotografa impietosamente nel ristagno del prodotto.

Di fronte alla consapevolezza che le aziende vedono in maggioranza un peggioramento delle condizioni economiche, per giunta accompagnato da un livello di inflazione assai poco sostenibile – le attese di inflazione si attestano su valori superiori al 5 per cento anche su orizzonti lunghi fino a 5 anni – la prima reazione è naturalmente quella di rivolgersi al governo. Siamo stati abituati all’idea, per certi versi perniciosa, che quando c’è una crisi il governo debba fare qualcosa. Il che è vero, ma fino a un certo punto. A volte bisognerebbe chiedere al governo non di fare qualcosa, ma di non fare qualcosa. Il triste spettacolo offerto dal nuovo governo inglese dovrebbe bastare come esempio.

Leggere il rapporto di Bankitalia ci offre, a tal proposito, alcune suggestioni. “Per effetto degli elevati costi
energetici, oltre due terzi delle imprese prevedono di aumentare i propri prezzi di vendita nei prossimi tre mesi; il rialzo sarà marcato rispettivamente per il 26,5, il 14,9 e il 20,5 per cento delle imprese dell’industria in senso stretto, dei servizi e delle costruzioni”. Quindi dobbiamo aspettarci una crescita dei prezzi al consumo e un corrispondente calo del potere d’acquisto, che inevitabilmente farà salire le aspettative di inflazione fra i consumatori. Che chiederanno anche loro al governo di fare qualcosa.

Il problema di aspettarsi il peggio è che molto facilmente si verifica. E se il governo farà qualcosa senza pensare bene a cosa sta facendo riuscirà solo ad affrettare i tempi del disastro. Nessuno ha una ricetta per le crisi. Una cosa però dovremmo averla imparata. Fare qualcosa senza pensare bene alle conseguenze serve semplicemente a prepararne un’altra.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.