La storia della ricchezza non è stata mai scritta. Adesso sì

Oggi, e mi scuserete, scrivo per fatto personale. E’ un caso più unico che raro, quindi eccezionale, ma in fondo lo è anche l’occasione. E’ in uscita infatti un nuovo libro. Di per sé questa è una cosa assai comune: ne pubblicano a decine ogni giorno. Ma questo libro ha di unico il fatto che sulla copertina porta il mio nome.

Di per sé non è una notizia rilevante. Chi segue questo blog sa bene quanto poco tenga in considerazione la mia persona, giudicando assai più interessanti le cose del mondo. E’ rilevante invece, e questo riguarda anche il discorso che abbiamo iniziato qui oltre dieci anni fa, che il libro si intitoli “Storia della ricchezza”. In sostanza, è l’alter ego di questo blog, e quindi in molti sensi lo completa. Perciò il libro riguarda anche voi, i tanti che in questi anni hanno seguito le peripezie del debito scorrendo le righe di TheWalkingDebt.

In questi dieci anni ci siamo occupati di raccontare come le nostre società, e non da oggi, convivano con un livello crescente di debiti. Ma abbiamo scritto e analizzato poco del significato della controparte del debito crescente: il credito. E cos’è il credito se non la ricchezza di alcuni a fronte dei debiti di altri?

Perciò il libro. Che naviga spericolatamente lungo migliaia di anni di storia provando anche a delineare un nuovo modo di fare storia. Un nuovo modo di raccontare. Per illustrare come il lato luminoso del debito, ossia il credito e quindi la ricchezza, sia stato l’esito di una straordinaria avventura sociale, intellettuale e soprattutto rivoluzionaria, che ci ha condotto all’età dell’abbondanza dove alcune società oggi hanno la fortuna di abitare.

Si deve al coraggio e alla fantasia di un editore molto curioso e intelligente – Diarkos – che questo libro adesso arrivi in libreria. E toccherà a voi, i lettori, decidere se il patrimonio culturale racchiuso in questo libro, al quale ho prestato il mio nome senza essere nulla più di un nano sulle spalle di giganti, sarà qualcosa di più di un titolo su un blog.

Di regola dovrei concludere questa breve prolusione con l’invito all’acquisto – comprate il libro perché l’editore merita il suo profitto per aver investito in un progetto così ambizioso – ma non basta. Voglio regalarvi un breve assaggio.

Anche questo è nello spirito di questo blog, dove nulla mai è stato venduto e tutto è stato sempre regalato. Perché non il denaro, ma il tempo è stata la vera moneta che ha arricchito questi dieci anni insieme, dove abbiamo scambiato tempo senza altro interesse che beneficiarci vicendevolmente.

Questo è ciò che serve per far transitare la nostra società dell’abbondanza nella società del benessere che il futuro (forse) ci riserverà se saremo capaci di comprendere, e anche a questo vuole contribuire il libro, cosa abbiamo conquistato fino ad oggi. Ma questa è un’altra storia. Magari buona per il prossimo libro.

Intanto, buona lettura. E buona fortuna.

FOREWORD – La Storia della ricchezza –

Questo è un libro di storia. Quindi parla del presente, mentre prova a immaginare un futuro.
Dal presente prende a pretesto un’ossessione: quella per il debito. Da questa ossessione sviluppa un’indagine, che comincia osservando come di rado chi discorra di debito concentri uguale attenzione sulla sua controparte naturale, ossia il credito.
Verità elementare: non può esistere un debitore senza un creditore. Corollario: un debitore è quasi sempre anche creditore di qualcun altro. Questa verità elementare bisogna leggerla assieme a una verità di fatto: i nostri debiti hanno raggiunto un massimo storico. Quindi lo stesso vale per i crediti.
Si fatica a comprendere il significato di queste ovvietà, che tuttavia è trasparente: il debito racconta la storia della miseria, così come il credito racconta quella della ricchezza. L’attenzione sui debiti piuttosto che sui crediti è una delle conseguenze dei nostri sentimenti ambivalenti nei confronti della ricchezza, alla quale si riservano desideri in privato e pudori pubblici. Certo non una storia.
Questo implica un errore di prospettiva. Non riusciamo a vedere che la ricchezza è una delle manifestazioni della rivoluzione che ci ha condotto dal governo di pochi a quello di molti. Anzi: la ricchezza stessa è l’esito di questa rivoluzione. Una rivoluzione permanente.
L’aumento della ricchezza, infatti, si è accompagnato al graduale passaggio dalla tirannide alla democrazia. Alcune società hanno imparato a governare tramite la ricchezza. Perciò chi governa creando miseria – ossia i tiranni – le trova intollerabili e lavora per impoverirle, pensando così di spezzare la loro libertà.
L’aumento progressivo della ricchezza, a sua volta, non è esente di rischi. Come la democrazia può degenerare nell’oclocrazia, che è la sua nemesi, così una crescita disordinata può generare l’autodistruzione della ricchezza. E quindi della libertà. Ogni crisi ce lo ricorda.
Questo libro racconta del passato per ricordare al presente che questo è uno dei rischi che abbiamo di fronte nel futuro. Rischio che aumenta in ragione del rendimento, come insegna la legge aurea della finanza. E perciò elevatissimo oggi, quando la ricchezza, della quale il debito è la controparte, ha raggiunto uno zenit.
La buona notizia è che siamo ben attrezzati per la sfida.

INDICE

9 Preparativi
11 Foreword
13 L’enigma della ricchezza


23 L’Antichità. Da Uruk a Roma solo andata


25 Dove tutto è cominciato: Uruk
31 Il primo impero
39 La prima globalizzazione
47 Verso l’Occidente
57 L’alba della libertà
81 Caput Mundi


103 Il Medioevo e la prima rivoluzione borghese

105 C’erano una volta un guerriero, un santo e un servo…
113 La scomparsa del denaro
127 Il diritto alla libertà
137 Il ritorno del denaro, l’invenzione della fiducia
149 Un nuovo sguardo


155 La Modernità e la seconda rivoluzione borghese

157 Tempi moderni
165 L’equivoco spagnolo
179 La grande espansione
193 Dalla ricchezza all’abbondanza
209 C’era una volta una palude
221 L’Isola del Tesoro
235 Il Settecento, adolescenza capitalistica
261 La rivoluzione della ricchezza

275 Il lunghissimo XIX secolo
313 La (cosiddetta) prima globalizzazione


339 Comincia il presente. La terza rivoluzione borghese


341 L’età dell’abbondanza
351 Polvere d’oltrecortina
359 BOOM!
371 Krisis


381 Domani… La quarta rivoluzione borghese?


383 Aprire gli occhi
393 Rivoluzione, oggi
407 The (Open) End


411 Post scriptum: Memento Europa
413 Ringraziamenti
415 Bibliografia

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  1. Eros Barone

    Sarebbe interessante sapere dove l’autore collochi il fondamentale capitolo riguardante le imponenti trasformazioni del sistema finanziario internazionale e la crisi ingravescente del dollaro (se mai l’ottimismo sulle “magnifiche sorti e progressive” del sistema capitalistico occidentale a guida USA gli permetta di prendere contezza e coscienza di questa nuova realtà). Sennonché la resistenza russa alle sanzioni ha dimostrato che si può benissimo arginare la tracotanza dell’economia finanziaria che si esprime attraverso il dollaro, anzi che, se questa economia di carta non è applicata dovunque, finisce per crollare. Così mentre gli Usa e i loro lacchè non sanno più che fare se non digrignare i denti e ancora più spesso le dentiere, mentre si inventano storie idiote come quella dei palloni aerostatici per la distrazione delle masse, fuori dal manicomio occidentale si sta costruendo un nuovo mondo assai diverso da quello modellato e dominato dall’anglosfera. Sta diventando operativo, ad esempio, l’ accordo tra Russia e Iran – firmato formalmente il 29 gennaio scorso – che collega i sistemi di trasferimento interbancario dei due Stati, e già 52 banche iraniane e 106 russe lo stanno utilizzando per verificarne l’efficienza: si tratta di una svolta essenziale, perché ciò consente di effettuare gli scambi totalmente al di fuori del sistema occidentale Swift, dunque anche al di fuori delle sanzioni.

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    • Maurizio Sgroi

      saperlo è facile, basta comprare il libro.
      Auspico che lo faccia, visto che segue questo blog con una certa assiduità. non tanto per mio profitto, quanto per l’editore, che ha creduto in un progetto davvero coraggioso. Lui il profitto lo merita. A me basta essermi reso utile.
      Grazie per il commento.

      "Mi piace"

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