La leggenda della speculazione sui prezzi del petrolio

Da un ventennio almeno, ricorda la Bce nel suo ultimo bollettino, gli studiosi cercano di capire se davvero come dicono tanti, i prezzi energetici siano drogati, specie nei momenti di tensione, dalla speculazione, questa interessante categoria dell’azione umana, che sempre gli stessi che l’additano attribuiscono alla perversione della nostra economia troppo finanziarizzata.

Lungi da me voler controbattere contro certe convinzioni, che hanno a che fare con l’essere religioso che si annida dentro ognuno di noi assai più che con l’analisi serena dei fatti, mi limito qui a riportare quanto scrivono gli economisti della Bce, secondo i quali “le metriche di mercato indicano in generale che la speculazione svolge un ruolo limitato al di là delle esigenze di copertura”.

Si dirà che ciò che vale per i beni energetici non vale, ad esempio, per i mercati finanziari. Certo. Ma forse provare a guardare un po’ più in profondità, come fa la Bce, aiuta a superare certi pregiudizi. La speculazione, tecnicamente, non è altro che il tentativo di indovinare il futuro per vendere a caro prezzo e comprare a prezzi bassi. E poiché non esiste entità economica al mondo che non faccia previsioni sul futuro – compresa la Bce – dovremmo dedurne che siamo tutti speculatori. Quindi nessuno.

Nel merito tecnico, l’approfondimento proposto da Francoforte mostra che “negli ultimi anni gli indici di speculazione sul mercato del gas sono rimasti sostanzialmente stabili sia negli Stati Uniti sia in Europa”. Comportamento simile si è osservato, seppure con alcuni picchi, per il petrolio. Ma “nel complesso,
la correlazione tra l’indice di speculazione e il prezzo del petrolio sembra essere limitata”.

Con l’arrivo della guerra ucraina – la guerra è notoriamente il paradiso degli speculatori secondo una certa vulgata – l’indice di speculazione sul gas è aumentato “pur rimanendo relativamente stabile quando i prezzi del gas hanno nuovamente registrato un’impennata nell’estate del 2022”. Dal che gli economisti deducono che “la correlazione tra l’indice di speculazione e il prezzo del gas sembra essere nel complesso limitata, con il disaccoppiamento delle serie rilevato negli ultimi mesi”.

La Bce ha svolto anche un’indagine empirica sul legame fra prezzi del petrolio e speculazione, ricavandone “solo evidenze limitate del fatto che la speculazione incida sulla trasmissione degli shock strutturali della domanda o dell’offerta ai corsi petroliferi”. Da qui la conclusione che “la speculazione non
svolge un ruolo determinante nell’amplificare la trasmissione degli shock strutturali ai prezzi a pronti e dei future del petrolio, coerentemente con i risultati di alcuni studi accademici”. Con la sottolineatura che “la speculazione non amplifica la trasmissione degli shock strutturali nei periodi di elevato rischio geopolitico”. Fa più danni l’incertezza, spiega la Banca. E ancor di più i dubbi che inevitabilmente sorgono sulle prospettive economiche.

Insomma, la storia che i saliscendi del prezzo dei beni energetici dipendano dagli speculatori somiglia a una leggenda. Quindi è assai probabile che ci farà compagnia a lungo.

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