Cartolina. Incertezza

Il Fondo monetario ci parla dell’incertezza come di un fattore di sostanziale squilibrio, nei mercati. Scrive, nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria globale, che una incertezza elevata può erodere profondamente la stabilità finanziaria, incoraggiando le pulsioni ribassiste, ritardando i consumi e le decisioni di investimenti, nonché riducendo l’offerta di credito. Quello che non dice, il Fmi, ma che però sarebbe utile ricordare, è che una certezza elevata può altrettanto erodere profondamente la stabilità finanziaria per le ragioni uguali e contrarie. Chi inventerebbe un investimento se già ne conoscesse con certezza il ritorno? Un sistema economico senza incertezza ci condurrebbe verso lo stato stazionario, ossia la morte termica dell’economia. E se è sicuramente vero che l’incertezza genera rischi, è vero altrettanto che un sistema rischioso genera anche maggiori opportunità. Forse insieme al rapporto sulla stabilità finanziaria. che monitora i rischi, ne servirebbe un altro sulla instabilità finanziaria, che ci dica qualcosa delle opportunità. Aiuterebbe a diminuire l’incertezza.

Un Commento

  1. Avatar di Eros Barone
    Eros Barone

    Il problema è che la catastrofe finanziaria ed economica (e sottolineo ‘economica’), cui stiamo assistendo (una sorta di corrispettivo strutturale della “terza guerra mondiale a pezzi”), va ricondotta perlomeno all’invenzione della ‘new economy’ (basterebbe ricordare le folli speculazioni sui titoli derivati). La decadenza dell’economia mondiale, guidata dagli Usa (a parte la Cina, l’India ecc.), era da molto tempo sotto gli occhi di chiunque volesse vederla senza le lenti deformanti del ‘pensiero unico’ e della volgare apologia (che nei suoi epigoni più sprovveduti si riduce a grottesca parodia). La speculazione montante è stata alimentata da un sistema finanziario fittizio, ora squassato e lacerato da una rottura prolungata e sottoposto alla cura di cavallo degli alti tassi di interesse. Per contro, una politica di bassissimi tassi di interesse, prestiti facili senza alcuna garanzia, rigonfiamento di decine di volte del prezzo dei pacchetti di titoli secondari spediti alla ventura sul mercato mondiale, aveva portato, rendendolo imperativo, al mutamento del ciclo. Di qui nasce l’urgenza di interventi statali di salvataggio di questi banditi della speculazione (con i dirigenti degli enti incriminati, premiati con favolosi premi di produzione fino a 400 milioni di dollari… perché hanno fatto fallire le rispettive imprese!). I marxisti seri lo avevano detto da più decenni. Il collasso del sistema Usa, dei suoi cosiddetti ‘fondamentali’ e della sua valuta, era una storia di progressiva, micidiale, devastante involuzione. Ma gli ‘esperti’ insistevano – e insistono – nell’assicurare che l’economia Usa è solida e funziona benissimo. La verità è che siamo soltanto all’inizio dello ‘sboom’, che siamo ben lontani dalla fine, che nulla si aggiusterà velocemente e che vi è più incertezza di quanto sarebbe desiderabile e, soprattutto, di quanto chiunque vorrebbe.

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