Cartolina. I redditi di mezzo

Grazie al certosino lavoro di raccolta dei compilatori del World Inequality Database siamo in grado di farci un’idea un po’ più informata della distribuzione dei redditi nel nostro paese, per giunta in un arco di tempo lungo abbastanza da delineare alcuni trend. Osservando le curve che disegnano la quota di reddito, dopo le tasse (precisazione non banale), del 50 per cento più povero che si confronta con la quota di reddito del 10 per cento più ricco scopriamo la quota di reddito che tocca in sorte alla terra di mezzo. Il mitico ceto medio. Sia nei momenti di massima distanza fra le due curve, ad esempio nei primi anni ’80, sia nei momenti di contatto, nella prima metà dei Novanta, la quota di reddito di quelli che non stanno nel 50% più povero e neanche nel 10% più ricco, oscilla all’incirca fra il 45 e il 55% del totale. Che è come dire che il 40% che non è né povero né ricco ha una quota del reddito complessivo che negli ultimi cinquant’anni ha oscillato fra il 45 e il 55% del totale. Fra i due litiganti, i poveri e i ricchi, il terzo gode. Mediamente.
