Etichettato: AND THE GLOBAL FINANCIAL CYCLE
L’egemonia Usa non risparmia i mercati finanziari

Non dovrebbe servire un paper di un centinaio di pagine (o forse sì?) pubblicato di recente dal NBER per sapere ciò che tutti gli osservatori hanno molto chiaro: gli Stati Uniti esercitano una robusta egemonia sulle cose del nostro mondo, sia che si parli di mode che di andamenti borsistici. E tuttavia non ci sarebbe gusto ad applicarsi sulle faccende dell’economia se tale consapevolezza non si addobbasse, almeno di tanto in tanto, con una scorpacciata di grafici e tabelle, essendo ormai diventata, la matematica, ciò che era la filosofia ai tempi di Boezio: una consolazione nei confronti delle asperità dell’esistenza.
E di certo l’egemonia Usa nelle nostre vite qualche asprezza la provoca. A nessuno piace l’idea di essere in balia di un gigante buono, diciamo così, le cui vicissitudini, vuoi o non vuoi, si ripercuotono, come i cerchi di uno stagno colpito da una pietra, a migliaia di chilometri nello spazio di un click.
E non c’è, si badi bene, una semplice questione di dimensioni all’origine di questa capacità di influenza. L’egemonia si pesa assai più di quanto si conti. Sennò non si capirebbe perché, come esemplifica il grafico sopra, le reazioni dei mercati alle azioni delle Fed siano assai più pronunciate di quelle compiute dalle altre banche centrali, a cominciare dalla Bce. Eppure, quanto alle dimensioni, l’economia Usa e quella Ue non sono così diverse. A far la differenza è la sostanza, di queste economie che si cela dietro un modello socio-culturale e, non ultimo, la forza che è capace di esprimere.
Perciò non dovremmo stupirci più di tanto della conclusione cui lo studio giunge dopo un copioso dispendio di calcoli: aveva ragione sostanzialmente Ben Bernanke, ex presidente della Fed, quando nel 2017 si domandava se l’economia Usa non fosse una forma di disturbo per il ciclo finanziario globale. Nel senso che è proprio così. Ciò che accade negli Usa, sia che si tratti di annunci macroeconomici, sia che si tratti di manovre di politica monetaria, ha il potere di orientare l’andamento dei mercati finanziari globali generando quelli che gli economisti chiamano co-movimenti. Nome suggestivo per significare il sostanziale esercizio dell’egemonia, che tutti conosciamo e sopportiamo, in finanza, perché la sappiamo non intenzionale. O almeno speriamo non sia così.