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Un doppio problema per il pil italiano

Gli ultimi dati diffusi dal bollettino economico di Bankitalia ci consentono di osservare degli andamenti della nostra economia che generano alcuni riflessioni che può essere utile mettere sul tavolo. La prima cosa che si osserva è l’ampia discrepanza fra gli investimenti in costruzioni, che hanno risentito dell’effetto espansivo del superbonus (e stendiamo un velo sulle conseguenze indesiderate), e gli altri investimenti, che risultano in crescita molto modesta.

La seconda cosa che balza all’occhio è la convergenza delle due curve, dei consumi interni e delle esportazioni verso la media del pil. Detto diversamente, consumi ed esportazioni convergono verso la stagnazione. Ciò in ragione del fatto che i consumi crescono poco e le esportazioni crescono sempre meno. Gli andamenti sono più chiaramente visibili se osserviamo gli andamenti delle sue due grandezze separatamente.

I dati riportati non hanno bisogno di molti commenti. Nel corso dei mesi estivi la domanda estera netta ha contribuito negativamente al pil, in conseguenza del fatto che le importazioni sono risultate maggiori delle esportazioni, sia per i beni che per i servizi. E questo a sua volta dipende dal fatto che le famiglie, nel terzo trimestre, hanno irrobustito i loro consumi, che di per sé ha effetti espansivi sul pil, salvo che per il fatto che questo effetto si compensa perché molta di questa domanda genera importazioni.

Vale la pena sottolineare questo aspetto, quando si parla delle necessità di stimolare la domanda. Perché la domanda non si cura della provenienza dei beni. E a meno che non si sogni un mondo autarchico è bene ricordare che una domanda forte sviluppa il pil nella misura in cui più che compensa il contributo di un export netto negativo. Il caso degli Usa, dove una domanda gagliarda genera un forte deficit commerciale, è qui a ricordarcelo.

Ricapitolando: l’Italia ha il problema che non riesce ad esprimere una domanda forte abbastanza da compensare gli effetti negativi che tale domanda genera sugli scambi commerciali, che al momento sono l’unica cosa che tengono in piedi il nostro saldo corrente della bilancia dei pagamenti, che infatti tende a ridursi.

Al tempo stesso la crescita del reddito disponibile lordo, che si è osservata nell’ultimo trimestre, non è servita ad alimentare la ripresa dei consumi, che Bankitalia stima più deboli nell’ultimo trimestre dell’anno.

Insomma, la situazione è alquanto complessa e dovrebbe scoraggiare chi pensa che i problemi economici si possano risolvere manipolando i termini di un’equazione macroeconomica. Serviranno pazienza, attenzione e tempo. Risorse notoriamente scarse.