Etichettato: recupero dei mercati finanziari dopo la crisi

Il mondo è in subbuglio ma il mercato, francamente, se ne infischia

Riprendiamo il nostro lungo discorso dopo la pausa estiva approfittando dell’ultimo quarterly report della Bis di Basilea pubblicato nei giorni scorsi, che si rivela molto utile nell’intonare l’inizio della nuova stagione del nostro blog: New World.

Il nuovo mondo, che abbiamo tratteggiato in chiusura della stagione precedente, rivela una delle sue caratteristiche più interessanti e meno attentamente osservate nell’andamento dei mercati azionari che la Bis definisce “resilienti”. Parola ormai abusata che vuole semplicemente dire che i mercati si piegano ma non si spezzano. Anzi, rilanciano.

Parafrasando la battuta di un vecchio film, il mondo sarà pure in subbuglio, ma il mercato francamente se ne infischia. Continua a macinare record, che non sono solo di valore, ma anche di recupero. Lo si può osservare dal grafico a sinistra che trovate subito sotto.

La ripresa dei mercati dopo lo shock di aprile dell’annuncio delle tariffe è stato assai più rapido di quella osservata in occasioni di altri shock. Osservate come l’asse orizzontale si contragga sempre di più, nel tempo. Che significa?

Forse semplicemente che ci siamo abituati alla paura. Lo stress viene riassorbito sempre più rapidamente perché nel fondo di noi stessi crediamo che sarà solo un fatto transitorio. E questa noncuranza, che confina con l’imprudenza, trova alimento nella liquidità, ancora assai abbondante, che circola fra i mercati e che il debito crescente a sua volta sollecita.

L’idea che il mercato francamente se ne infischi di guerra, tariffe e quant’altro, si rileva anche osservando l’andamento della volatilità “particolarmente contenuta”, come scrive la Bis, “che in genere accompagna i contesti di propensione al rischio”. Al nostro mondo nuovo, insomma, il rischio piace.

In questo vivere pericolosamente si annidano molte opportunità, ovviamente, ma anche un reale pericolo che non dovremmo mai sottovalutare. Infischiarsene, alla lunga, può condurre all’indifferenza. Si può arrivare a credere che il disastro non avverrà mai, e così facendo affrettarlo. Magari non arriverà dai mercati, che sono cresciuti abbastanza da badare a se stessi. Ma i mercati ne pagheranno il prezzo. Perché il nostro mondo nuovo sta delineando un’altra caratteristica che non dovremmo sottovalutare: l’intensità dello shock sembra direttamente proporzionale al suo tempo di recupero. E se è così non dovremmo accontentarci di osservare che i mercati sono resilienti. Ma chiederci quanto siano disposti a perdere. E così ognuno di noi.

Buon inizio di stagione.