La scommessa italiana sul commercio internazionale

Comprendere e conoscere il nostro commercio internazionale è quasi un dovere per chi scrive di cose economiche o vuole semplicemente saperne di più, per la semplice ragione che, come è stato argutamente rilevato da qualcuno, il commercio internazionale ha letteralmente tenuto in piedi il nostro paese in questi anni bui e sempre più dovremo contarci anche in futuro, specie in mondo in cui si annunciano normalizzazioni monetarie e dove la ripresa dei corsi petroliferi rischia di mettere in crisi i nostri conti commerciali. Per chi non lo ricordasse, le nostre importazioni vengono ripagate dalle nostre esportazioni, e se queste ultime sono superiori, le eccedenze vanno a migliorare la nostra posizione netta sull’estero, e di conseguenza la nostra stabilità finanziaria. Cosa preziosissima, in un momento in cui tutto sembra congiurare per comprometterla. Ai nostri esportatori, quindi, dobbiamo gratitudine e l’augurio di fare sempre meglio. E in tal senso la lettura dell’ultimo rapporto annuale di Sace, società pubblica che aiuta le nostre aziende esportatrici a internazionalizzarsi, è una notevole fonte di informazioni che ci aiutano a fotografare con precisione lo stato del nostro settore esportatore.

Cominciamo dalle buone notizie, che ci sono. La prima è che il trend del nostro commercio estero è crescente e si stima lo sarà anche nel futuro prossimo, al netto delle varie disgrazie che possono capitare.

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