La gelata degli investimenti italiani

L’ultimo Bollettino economico di Bankitalia ci consente di analizzare uno dei fattori che ha contribuito al notevole rallentamento della nostra economia: il calo degli investimenti provocato dal ciclo economico internazionale, che ha depresso la domanda estera per una serie di ragioni, ma anche da fattori interni che sembrano aver indebolito la voglia delle imprese di investire.

Il grafico è molto eloquente e non ha bisogno di molti commenti. In sostanza, “nel 2019 la spesa per investimenti a prezzi costanti si assesterebbe su livelli appena superiori a quelli del 2018, frenata dal calo prefigurato dalle aziende manifatturiere”. Al contrario, “le imprese dei servizi, che nel 2018 hanno ridimensionato la spesa, ne prevedono una ripresa”.

La spesa per investimenti, che è stata rilevata tramite un’indagine svolta su 4.200 aziende fra il mese di febbraio e di maggio impegante nell’industria e nei servizi non finanziari, mostra che ancora nel 2018 la spesa per investimenti (+3%) era cresciuta all’incirca quanto l’anno precedente (+2,7%). Al contrario le previsioni per il 2019 indicano un robusto arretramento. Ma non è questa l’unica informazione che si può trarre da grafico. Dalle proiezioni, infatti, si evince che le previsioni di investimento delle imprese più grandi, che sono positive, vengono praticamente cancellate da quelle uguali e contrarie delle imprese di minore dimensione.

Quanto alle ragioni, Bankitalia nota che “oltre metà delle aziende ha beneficiato di almeno una delle misure di incentivo agli investimenti. La spesa realizzata da tali imprese ha rappresentato nel 2018 più di due terzi degli investimenti complessivi; circa un terzo di queste ha dichiarato che almeno parte dell’accumulazione è stata realizzata grazie alle misure di sostegno”. Ciò significa che il venire meno di questi stimoli è capace di provocare un rallentamento della prospensione ad investire. Il che dovrebbe sempre farci riflettere sul lato oscuro dei sussidi, che fanno bene subito e chiedono il conto dopo. Ma si tende a dimenticarlo.

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