La Russia benedice l’autostrada “cinese” della BRI
Chi osserva il livello crescente di cooperazione fra Russia e Cina nella tessitura della globalizzazione prossima ventura, non si sarà stupito nell’apprendere, nel giugno scorso, del lancio dell’ambizioso progetto della Meridiana Highway, un’autostrada che dovrebbe connettere il confine russo col Kazakistan con quello bielorusso, saldando sostanzialmente l’Asia centrale con l’Europa e la Cina.
L’estate scorsa le cronache riportavano del via libera di Mosca all’ambizioso progetto che si propone di realizzare un’autostrada di 2.000 chilometri in una delle zone più remote del pianeta, che ha il pregio però di essere tornata strategica dopo il lancio della BRI cinese, che come abbiamo visto si propone di reinterpretare in chiave contemporanea l’esperimento euroasiatico riuscito ai mongoli nel XIII secolo, con la Russia nel ruolo di connettore.
Non è difficile immaginare che il capitale cinese sarà più che benvenuto in questa impresa, che si calcola ultramiliardaria. Le prime stime parlano di almeno dieci miliardi di dollari di costo e di dodici anni per raggiungere il punto di pareggio. E riportano anche delle perplessità di alcuni investitori, che devono comunque considerare il rischio politico implicito in territorio complicati come quelli del centro Asia, esposti come sono ai capricci dei loro governanti.
E tuttavia c’è da scommetterci che tutte queste perplessità verranno superate dall’ovvia constatazione che chiunque può fare osservando il valore specifico di quest’opera nel contesto globale, come illustra bene il grafico sotto.
Quest’autostrada, unendosi alla rete già esistente, potrebbe realizzare il collegamento terrestre più corto fra Amburgo e Shanghai, in perfetto stile BRI.
Si tratta di un lavoro lungo, ovviamente: almeno 12-14 anni, con tutti i rischi del caso. Ma d’altronde il progetto della BRI non è certo di breve periodo. La globalizzazione euroasiatica richiederà tempo, ma sembra ormai avviata. Sempre che la collaborazione fra Cina e Russia duri. Il che non è necessariamente detto.