Cronicario. Levateci il vino

Proverbio del 30 aprile Prima pensa ai tuoi difetti, poi a quelli degli altri

Numero del giorno: 0 Inflazione ad aprile in Italia

Ascolto preoccupato il Primo Minestra strologare di R0 e altre mestizie alla Camera, mentre paventa infezioni direttamente proporzionali al grado di spalanacamento della porta di casa e sfioro addirittura il terrore quando evoca il CTS, che non è il centro turistico studentesco della mia dimenticata giovinezza, ma il misteriosissimo Comitato tecnico scientifico che decide l’aria che tira e che si aspira.

Costoro, gli scienziati, ovvero i neosapienti, sono chiaramente gli ispiratori del nostro Primo, che mentre vaticina capodanni in terapia intensiva per decine di migliaia di italiani se solo lunedì prossimo finisse la quarantena (cinquantena? sessantena?), assicura un profluvio di risorse per decreto a chicchessia.

Dopo il quarantesimo miliardo promesso mi fermo, convinto che arriverà qualcosa persino a me. Magari ci scappa la bici elettrica. Ma poi penso che farei meglio a comprare una stampante nuova, che quella vecchia l’ho sdraiata a furia di stampare autocertificazioni, e adesso che posso vedere congiunti…

Mi perdo nella riflessione misurando i passi che separano il divano dalla sedia, ma per fortuna mi scuote – garrulo – l’urlo di dolore di alcuni sindaci, ormai autoproclamatisi regnanti, che minacciano ordinanze perché loro, a differenza del governo, sanno cosa è giusto e cosa no.

E per fortuna oggi i presidenti di regione non avevano voglia di parlare, sennò sai che trambusto. Non che ne manchi. Il solito ex vicepremier, quello che posta una decina di pensierini al giorno, ha detto che se non verranno bloccate le cartelle esattoriali ci sarà una rivoluzione. Un’altra. Quell’altra, la ministra, dice non basterà un’app per tracciare i contatti, ma ne servirà anche una per prendere l’autobus. A trovarli. E una nota casa automobilistica annuncia che il 4 maggio riapriranno i concessionari di auto.

Questo frastuono mi produce quel classico senso di spossatezza di fine mattina che somiglia a un’ubriacatura, con la testa che gira e una inspiegabile euforia immotivata che mi conduce davanti alla porta d’ingresso fino addirittura ad aprirla!

Mi salva una notizia che sgocciola dalla voce di uno dei tanti device che tengo accesi per confondere quelle dei congiunti, nonché coinquilini di domicilio coatto, che improvvisamente illumina la selva oscura dove m’ha precipitato la quarantena, spiegandomi la ragione del mio stato: nei primi tre mesi e mezzo dell’anno le vendite di vino in Italia hanno registrato una crescita in volume del 7,9%.

Soprattutto, il gag in box, ossia il formato da due litri e mezzo con il rubinetto, è cresciuto del 36,8%. D’altronde lo smart working è stressante. E domani c’è il ponte del primo maggio.

A lunedì.

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