Il rialzo dei tassi deprime il mattone

Non faremo in tempo ad alzare i calici per festeggiare la ripresa dei corsi immobiliari, che quelli già si organizzeranno per deprimersi. Di nuovo. E neanche poco. La Bce, nel suo ultimo bollettino, stima che ogni punto di rialzo dei tassi fa scendere i prezzi del mattone del 5 per cento nei due anni successivi, e ancor peggio è l’effetto che la stretta monetaria ha sugli investimenti, che diminuiscono addirittura dell’otto. Non fasciatevi la testa: sono solo previsioni. Quindi può andar meglio. O anche peggio. Sempre la Bce, infatti, osserva che “i prezzi delle abitazioni e gli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale
risentono maggiormente dell’aumento dei tassi sui mutui in un contesto di bassi tassi di interesse”. Che sembra una straordinaria nemesi.
Infatti, raffinando il modello, viene fuori che un rialzo dei tassi deciso in un contesto di bassi tassi può condurre a un calo dei corsi residenziali del 9 per cento, sempre dopo due anni, e degli investimenti del 15. Non esistono pasti gratis, in nessun senso.
Sicché chi ha comprato rischia di veder dimagrire il valore del suo immobile, e potrà appena consolarsi notando che nel frattempo il costo reale del suo debito è diminuito. Ma non esistono solo le spinte ribassiste. L’inflazione, specie se prolungata, potrebbe spingere molti risparmiatori a rivalutare l’investimento immobiliare. Il mattone, a ragione o a torto, viene sempre percepito come un bene rifugio. La depressione dei corsi immobiliari, insomma, è sicuramente possibile. Ma non sappiamo ancora quanto probabile.