L’Opec+ prende tempo, quindi denaro

La decisione presa a Vienna dall’Opec+, il cartello dei produttori che include anche la Russia, di mantenere i livelli costanti di produzione di greggio è chiaramente interlocutoria. Lo dimostrano anche le dichiarazioni diffuse poco dopo, nelle quali alcune voci del cartello lasciavano capire che decisioni diverse potrebbero essere prese prima del giugno del 2023, quando è previsto il nuovo vertice. E d’altronde difficilmente avrebbero potuto decidere qualcosa di diverso.
Troppe complicazioni ruotavano attorno a una ordinaria valutazione dello stato dei mercati del greggio, che poi dovrebbe essere la guida delle decisioni tecniche del cartello. Questioni politiche – l’irritazione statunitense per il taglio della produzione di due milioni di barili deciso ad ottobre – e questioni che stanno a metà fra la tecnica e la politica, come l’avvio del price cap a 60 dollari sul petrolio russo. Il tutto ad atterrare in un mercato che si vede ancora alquanto tirato, e con una domanda sostanzialmente stabile anche per l’anno prossimo.

E poiché il livello attuale dei prezzi rimane tutto sommato remunerativo per i produttori, la scelta di prendere tempo – che significa anche molto denaro – deve essere sembrata la più facile da prendere. Se sia anche la migliore lo vedremo.