Il mattone europeo “punisce” i giovani adulti

Un recente rapporto dell’Ue sullo stato dei mercato immobiliare europeo aggiorna molte delle nostre conoscenze, confermando al tempo stesso quello che sapevamo già: l’Europa è diventato un posto sempre più difficile per i suoi giovani.
Questa tendenza generale, che investe tutto ciò che attorno a un giovane ruota, dall’istruzione in poi, non poteva che avere una declinazione anche nel mercato immobiliare, che già sconta parecchie difficoltà per conto suo.
Nulla di strano, quindi, che “dalla crisi finanziaria globale, la proprietà della casa è diminuita nei paesi sviluppati, soprattutto tra i giovani adulti”, come riporta l’a Ue. In Europa “la quota di proprietari di case è diminuita di 2 punti percentuali (dal 70,2% nel 2015 al 68,4% nel 2024), ma la proprietà della casa è diminuita più marcatamente in alcuni Stati membri nello stesso periodo (ad esempio, di 12 punti percentuali a Malta, 10 punti percentuali in Lussemburgo e 5 punti percentuali in Germania, Grecia, Spagna e Finlandia)”. Molti hanno “liquidato” il mattone, sembra di capire e non hanno voluto o potuto investire su una nuova abitazione. Non sarebbe per nulla sorprendente scoprire che questi venditori siano proprio quei “giovani adulti” di cui parla la Commissione.
Più avanti leggiamo infatti che “I giovani hanno generalmente maggiori probabilità di vivere in alloggi in affitto rispetto alla popolazione media e un’ampia percentuale di giovani adulti vive con i genitori”. E questo ci conduce al grafico che apre questo post. Che diventa molto più informativo se si legge incrociandolo col grafico che trovate sotto, dove si analizza l’andamento dei prezzi, nominali e reali, nei paesi dell’Ue.


Val la pena osservare un paio di “stranezze” che i due grafici letti insieme ci comunicano. L’aumento notevole dei pezzi reali in Portogallo, cresciuti dell’80% nel 2024 rispetto al 2000, si associa a una diminuzione dei 18-34enni che vivono in famiglia. Il calo dei prezzi reali in Italia nello stessi periodo – l’indice nel 2024 scende sotto il livello 100 riferito al 2014 – si associa invece a un aumento della stessa classe di giovani che vive coi genitori.
Se confrontiamo Malta e Spagna notiamo un pattern simile: i prezzi reali crescono in entrambi i paesi, ma a Malta i giovani che vivono coi genitori diminuiscono, in Spagna aumentano. E’ solo questioni di prezzi, come suggeriscono molti, o c’è dell’altro?
L’Ue la spiega in termini puramente economici: “I giovani incontrano maggiori difficoltà rispetto alla media della popolazione nel mercato immobiliare, e questo riflette sia l’evoluzione del mercato del lavoro, con una maggiore probabilità di disoccupazione tra i giovani, sia l’aumento dei prezzi delle case. I giovani adulti tendono ad avere maggiori difficoltà a ottenere un mutuo a causa della mancanza
di capitale o di stabilità occupazionale”.
Aggiungiamo un’altra tessera che contribuisce ad arricchire il puzzle: il modo in cui si abita nei diversi paesi europei: proprietari, con e senza mutuo, inquilini a prezzo agevolati o gratuiti, inquilini a prezzi di mercato.

Se osserviamo il grafico sopra e ripetiamo il confronto fra Italia e Portogallo notiamo che i due paesi hanno una quota simile di inquilini a prezzi di mercato, col Portogallo a un livello leggermente inferiore, mentre il livello di inquilini a prezzi calmierati o gratuiti in Portogallo è circa il doppio di quello italiano. I portoghesi proprietari di mutuo sono più del doppio di quelli italiani, mentre i proprietari senza mutuo italiani sono molti di più.
Sembra chiaro che gli italiani siano complessivamente meglio dotati, da un punto di vista patrimoniale, dei portoghesi. E tuttavia i giovani italiani stanno a casa e i portoghesi meno di loro. E’ solo questione di soldi? Crederlo facilita le analisi economiche, ma non ci dice tutto sulla realtà di una società.
