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Cartolina: La globalizzazione dei boiardi
Osservare come gli stipendi degli executive delle grandi aziende siano cresciuti imitando il ritmo del commercio internazionale alimenterà di sicuro i sospetti di molti – e gli odi no global di moltissimi altri – circa gli esiti più autentici dell’economia dell’ultimo ventennio. Sembra che una classe, quella dei boiardi, pubblici e privati, abbia vinto il primo premio e sia l’unica autenticamente globalizzata. Dovunque, nelle economie che contano, i grandi dirigenti sono diventati milionari, a volte miliardari. Ma soprattutto si sono moltiplicati. Ormai ogni grande capitalista germina mille burocrati d’azienda che il birignao contemporaneo chiama manager. Costoro adducono la complessità come scusante della loro voracità e giurano che restituiscono in profitto la loro retribuzione. Nessuno può dire se ciò sia vero o falso. Sappiamo solo che loro crescono, per numero e stipendio. L’economia assai meno.
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Cartolina: Diseguaglianza dell’età
Crescendo scambiamo tempo con denaro, almeno chi riesce a compensare il decumulo della vita con l’accumulo di ricchezza. Una magra compensazione, ma molti si accontentano di poco. Gli altri, la gran parte che non capitalizza, invecchia e basta. E tuttavia nell’arco di una vita la consolazione di un piccolo patrimonio, sogno di ognuno divenuto realtà al tempo del risparmio come diritto, del Tfr e della pensione, è di gran lunga più diffuso di quanto certe cronache del piagnisteo ci rappresentino. In media – e come in ogni media con un sottofondo di bugia – gli anziani hanno più denaro dei giovani, ricchi solo di futuro, proprio perché hanno speso più tempo. Un mondo fa i giovani potevano sopportare la ricchezza degli anziani, che voleva dire anche pagare loro una pensione generosa, perché gli anziani erano pochi. Ma poi, un mondo dopo, gli anziani sono diventati troppi e i giovani pochi. Le pensioni sono rimaste, però, sommandosi alla ricchezza cumulata in una vita. E i giovani si sono scoperti ultimo anello della catena sociale. Senza niente, a parte un tempo svuotato persino delle sue promesse. Alla diseguaglianza delle opportunità, che da secoli corruccia i popoli, se n’è aggiunta una peggiore, perché non v’è ricetta alcuna che possa mitigarla. La diseguaglianza dell’età.


