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Cronicario: La rivoluzione che ci salverà: più ispettori per tutti

Proverbio del 29 gennaio Il fondo del cuore è più lontano del fondo del mondo

Numero del giorno: 135 Debito pubblico in % Pil in Italia nel 2020 per il Fmi

A un certo punto di una giornata, funestata dalle pestilenti notizie che arrivano dalla Cina, succede l’inimmaginabile: una convergenza parallela fra il Fmi e il presidente Inps.

Lo so: è incredibile. Nessuno poteva immaginare che l’élite internazionalista sorosiana potesse incontrarsi col teorico della disoccupazione come strumento dell’ampliamento del deficit fiscale, assurto perciò a importanti responsabilità. Eppure è così. Sia l’uno che l’altra convergono sul punto: serve maggiore lotta all’evasione fiscale.

Vengo e mi spiego. L’uno si è esibito in una qualche audizione parlamentare lanciando un preoccupante grido di dolore: nel 2019 le ispezioni dell’Inps sono state solo 14.000 a fronte delle 80.000 del 2012, dice. Ma poi la notizia è che di queste su 14.000 imprese controllate, 12.000 avevano commesso irregolarità. Perciò, apriti cielo.

Ora rimane il fatto che le 80.000 aziende controllate avevano originato sanzioni per 1,1 miliardi nel 2012, mentre le 14.000 del 2019 (di cui 12.000 irregolari) 873 milioni, poco meno. Quindi potremmo dedurne che è aumentato il valore marginale delle sanzioni, e che di conseguenza i 1.083 ispettori dell’Inps del 2019 lavorano meglio dei 1.510 del 2012. Ma per il nostro presidente – non a caso teorico della disoccupazione espansiva col reddito cittadinanza – vale il contrario. L’Inps deve tornare ad assumere ispettori, perbacco e perdinci, visto che non crede “si siano ridotte le irregolarità”.

Capitolo due: il Fmi. Lorsignori come ogni anno hanno rilasciato la loro analisi sulla nostra economia, isolando qua e là perle come un deficit previsto al 2,4% quest’anno a fronte di un debito al 135, con un pil inchiodato al +0,5%, non trascurando ovviamente raccomandazioni molto signorilmente trascurate dai nostri policymaker. Tipo: l’Italia deve mantenere l’età della pensione ancorata all’aspettativa di vita e legare strettamente gli assegni ai contributi versati nell’arco della vita lavorativa.

Per non parlare del reddito di cittadinanza che, scrivono, rischia di scoraggiare la partecipazione al lavoro.

Ma quello che avrà fatto vibrare di gioia il fan degli ispettori Inps è stato il riferimento alla lotta all’evasione, che, dicono i sorosiani, deve proseguire, visto che secondo loro serve un intervento sul cuneo fiscale pari al 2% del pil – una robetta di oltre 30 miliardi, a fronte dello 0,2-0,3% della manovra del governo, da recuperare ampliando la base imponibile Iva, rivedendo le rendite catastali e ovviamente, con la lotta all’evasione. Chiaro?

La soluzione ai nostri mali è semplice quanto rivoluzionaria: più ispettori per tutti. Qualcuno pagherà.

A domani.