Etichettato: ricchezza abitativa italia
Cronicario: Perdere 500 miliardi di mattone e vivere (in)felici
Proverbio dell’1 febbraio Il rimedio contro i tempi avversi è la pazienza
Numero del giorno: 145 Kg di cibo che ogni italiano getta nella spazzatura ogni anno
A chi dice che noi italiani siamo vagamente incazzati, vorrei ricordare che abbiamo avuto un lustro (a dir poco) vagamente depressivo e che, come se non bastasse, ce lo ricordano pure ogni giorno.
Ora vorrei dire a questi signori che se siamo sicuri esperti del piagnisteo dipende pure dal fatto che, oltre a essere dotati di un certo talento melodrammatico, abbiamo visto la nostra economia praticamente investita da un meteorite proprio mentre iniziavamo a credere di avere i superpoteri. Mi chiedo come avrebbero reagito – chessò – gli inglesi, maestri di aplomb, se avessero perduto più di 500 miliardi di ricchezza abitativa in cinque anni.
Bene, a noi è successo, e precisamente fra il 2011 e il 2016, come ci racconta Istat in una release molto istruttiva che mostra come la crisi abbia tosato notevolmente la nostra ricchezza patrimoniale, abitazioni in testa.
E siccome le famiglie sono le grandi proprietari di case, nel nostro paese, finisce che buona parte di questo dimagrimento coatto lo hanno subito loro. Parliamo di 350 miliardi buoni.
Ci sta che siamo un filo incazzati, che dite? Ma siccome non vedo nessuno che marcia per le strade con le chiavi di casa in mano, ne deduco che il nostro buon carattere mediterraneo abbia avuto il sopravvento. Della roba in fondo ce ne infischiamo, basta che abbiamo sole, cuore& amore.
Oddio, in effetti nel 2011 eravamo un filo più soddisfatti. Ma è questione di decimali. Abbiamo perso 500 miliardi di ricchezza abitativa – e vi faccio grazia del resto – e francamente ce ne infischiamo. Sono vagamente fiero di noi. Mi chiedo se non dipenda dal dettaglio che complessivamente la nostra ricchezza patrimoniale (esclusa quella finanziaria) nel 2016 abbia superato i 9,5 trilioni, l’84% dei quali sono immobili. Siamo un popolo di palazzinari (in)felici. Forse il buonumore viene alimentato dalla circostanza che il robusto dimagrimento dal 2012 sia stato più che compensato dal robustissimo incremento del valore del nostro patrimonio abitativo a partire dal 2001, quando inizia la serie. Il calo del valore delle abitazione dell’8,1% rispetto al 2011 non impedisce che il valore cumulato dal 2001 al 2016 sia cresciuto del 76%, passando da 3.268 miliardi a 5.738. Fino al 2008 crescevamo al ritmo del 9%. Questo mentre i nostri redditi andavano così:
Quindi al momento del picco dei nostri valori abitativi, i redditi avevano già perso quasi il 10% rispetto al livello del 2003. Vi sembra strano che il mattone sia dimagrito? A me sembra strano che sia ancora in piedi.
A domani.






