Etichettato: cronicario
Cronicario. Finalmente è arrivato il boom. Dei pensionati
Proverbio del 23 luglio Se tratti a uno da volpe, lui ruberà le galline
Numero del giorno: 2.100.000.000 Ore di Cig autorizzate dal aprile a giugno
Siamo in pieno boom, altroché. E adesso che arriveranno anche li sordi dell’Ue, grazie ai quali dopo aver sconfitto la povertà sconfiggeremo anche l’invecchiamento della popolazione, il degrado del territorio, la burocrazia e persino il governo…
dicevo…in attesa che arrivino li sordi dell’Ue, dobbiamo contentarci dei boom che siamo riusciti persino a realizzare da soli grazie al nostro indiscusso genio.
Vi ricordate no, che quell’altro governo – il mitico governo del cambiamento quando il Primo Minestra faceva l’avvocato del popolo – aveva promesso un nuovo boom vero?
Bene: il boom è arrivato, già ve l’ho detto, ma lo ripeto alla faccia di chi non ci credeva. Lockdown, pandemia tutta la tiritera del coronacoso: niente di tutto ciò ha impedito di triplicare – addirittura quintuplicare per le donne – il numero delle pensioni di vecchiaia, che hanno surclassato persino quelle di anzianità, che il boom – grazie a Quota 100 – l’avevano fatto l’anno scorso.
Dite che non era questo il boom annunciato dal governo verdolino? Io credo proprio di sì.
A domani.
Cronicario. Siamo già cashless, ma il governo non lo sa
Proverbio del 16 giugno La bugia non ha gambe, ma ali
Numero del giorno: 70 Calo % consumo benzina in aprile in Italia
Lo avete sentito, sì, il Primo Minestra, da quel di Villa Pamphili (Roma) dove si svolgono gli Stati Generalissimi che decideranno il futuro dell’Italia?
E allora ve lo dico io: “L’Italia sta faticosamente uscendo da uno shock senza precedenti che ha comportato e sta comportando costi umani altissimi, costi economici e sociali altrettanto alti. Dobbiamo affermare una nuova normalità per il Paese, che deve prevedere dei tassi di crescita economica sostenibile ben più elevati rispetto al passato”.
Sì, sì. E anche aggiunto che il governo ha un piano.
“Ho sempre detto – ha detto – che vogliamo un’Italia più digitale: siamo convinti che questa sia la strada per renderla più equa ed inclusiva, perché è chiaro che il contrasto all’economia sommersa, che è presente nel nostro sistema, è un obiettivo che dobbiamo condividere tutti, perché l’economia sommersa non solo sottrae risorse finanziarie al circuito legale, ma costituisce un serio ostacolo alla modernizzazione del Paese. Il modo per raggiungere questo obiettivo è dolce, fair, gentile”.
Vabbé. Ma qual è ‘sto piano? Maddai, l’avete capito: più pagamenti digitali per tutti. Ma non minacciando sanzioni – non sia mai uno pensi che si voglia costringere a rispettare la legge – ma promuovendo incentivi.
Ed ecco a voi il Piano Cashless. Che tradotto vuol dire: senza contanti. Che dite? Siamo già a corto di liquidi. Potenza del governo.
A domani.
Cronicario. Lo dice anche l’Istat: ad aprile era tutto chiuso
Proverbio dell’11 giugno Una bocca senza sorriso è come una lampada senza luce
Numero del giorno: 25 Quota % italiani che rimanderanno acquisti hi tech secondo Nomisma
Siccome adoro chi, quando piove, mi ricorda che l’acqua è bagnata, mi sono letto tutto d’un fiato l’eccellente rapporto sulla produzione industriale di aprile di Istat che ha confermato una cosa che tutti sospettavamo senza avere il conforto della sicurezza statistica: ad aprile era tutto chiuso.
Avete letto bene: riduzioni senza precendenti!! Per dire, la produzione di auto è crollata del 100%.
Non è meraviglioso tutto ciò? No, non il fatto che sia successo – quella suona più come una disgrazia – ma il fatto che stiamo scrivendo pagine di storia grazie al lockdown. La Pontemia fra 100 anni la studieranno nelle scuole – per allora dovrebbero riaprire – magnificando i geni che con le loro decisioni hanno contribuito a scrivere questa pagine storica sul nostro librone collettivo.
Allora se vi trovate a passare a Roma, sabato prossimo, e magari fate un salto a Villa Pamphili, non vi dimenticate di fare un saluto a costoro. Mi raccomando: senza precedenti.
A domani.
Cronicario. E dopo la Pontemia, serve un salto di qua(g)lità
Proverbio dell’8 giugno Da grandi profitti, grandi rischi
Numero del giorno: 4,6 Crescita % del Pil prevista in Italia per il 2021
Si moltiplicano come i pani e i pesci i segnali della miracolosa uscita estiva dalla Pontemia. Dico estiva perché per l’autunno ci stiamo organizzando col plexiglass, quindi vi faremo sapere. Ma per il momento accontentiamoci dei dati bellissimi che arrivano dai sanitari (e non fate battute stupide) che confermano come aldilà di qualche impiccio qua e là l’estate stia arrivando, oltre che finendo, e noi siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che ci attendono, con coraggio, ma in sicurezza.
Ma aldilà di quello che ci attende per l’estate, sono i segnali di normalizzazione che mi rassicurano. Per dire: siamo tornati a parlare di crisi di governo, di rimpasti, di svolta necessaria. Manca solo che qualcuno parli della Rai, ma ci arriveremo presto.
Oggi il primo segnale di normalizzazione l’ha dato l’ex vicepremier attuale social-premier, che ha auspicato senza se e senza ma la caduta in autunno, insieme con le foglie, del governo, che notoriamente sta come le foglie in autunno (cit.) da che mondo è mondo. E mica solo questo. Ha aggiunto che “votare in autunno servirebbe a dare tranquillità agli italiani per i prossimi cinque anni”.
A questo primo sboccio di normalità, se ne aggiungono altri, copiosamente, fra i quali ho selezionato quello di uno degli azionisti di maggioranza del governo che ha tirato fuori un classico: “Lo scenario pretende scelte nuove e una decisiva svolta da svolgere con gli alleati, questo è il cuore del confronto di queste ore e che continuerà nelle prossime settimane, nessuna contrapposizione ma la necessità per tutti di un salto di qualità necessario”.
Dite la verità: vi mancava qualcuno che esortasse “alla necessità di un salto di qualità necessario” giusto? Purtroppo c’era un refuso nella dichiarazione. Ma non vi dico quale.
A domani.
Cronicario. E’ finita la Pontemia: la vita è una caos meravigliosa
Proverbio del 3 giugno L’assetato va al pozzo, non il contrario
Numero del giorno: 2 Consumo del suolo in m2 al secondo in Italia
Dopo aver consultato più volte il comitato tecnico scientifico e aver controllato e ricontrollato il calendario, lo posso dire con ragionevole certezza: la Pontemia è terminata.
Almeno per questa stagione dai. Ci salva il fatto che il 15 agosto cade di sabato. Ma facciamo in tempo per una seconda ondata, che tutti paventano, e non a caso. Infatti l’otto dicembre cade di martedì. E vi ho detto tutto.
Ma fino ad allora c’è tempo. Inforcate la mascherina, pure se ci sono 40 gradi e avete l’allergia e godetevi il passeggio e il cazzeggio. Prendete un treno per andare Napoli a bere un caffé oppure a Roma per vedere il Colosseo, pure se siete lombardo-veneti e avreste pure nostalgie austriache, che però dovranno attendere visto che i vostri vicini, a differenza di noi lontani, non si fidano ancora dei vostri starnuti.
Godetevi il traffico, che finalmente torna a sporcare quell’irrespirabile aria pulita, e soprattutto ha riesumato il dibattito sul riscaldamento globale, che languiva insieme alla giovane Greta da qualche parte e oggi – il green new deal – ha passato le frontiere sbarcando nuovamente sul Cronicario. Per dire: è uscita la notizia che in Italia ha fatto più caldo del solito.
Ma soprattutto insieme al traffico regionale fioccano anche le buone notizie che per fortuna l’Istat non ci fa mancare mai. Ve ne dico giusto un paio: la disoccupazione in Italia ad aprile è crollata al 6,3%. Persino più bassa della media Ue al 7,3. Quella giovanile è scesa addirittura a poco più del 20%.
Che dite? Dipende dal fatto che sono schizzati alle stelle gli inattivi e quindi nessuno cerca più lavoro, per cui non viene registrato nelle liste? Sempre a questionare voi precisini. Godetevi il momento.
Prendete esempio dal Tesoro, che dopo aver piazzato i Btp patriottici a carissimo prezzo, oggi si trova una fila di richieste da 108 miliardi per un altro prestito sindacato dalle banche, annunciato ieri a sorpresa, che frutta 9 punti in più rispetto al solito. Il bello è che ci sia la fila, pure se alla fine ne ha collocati solo 14, mica stai a sottolineare il fatto che il debito pubblico lo paga il contribuente.
Perciò godetevi la giornata, la mascherina, il traffico, il caldo, le tasse, i debiti e persino la Pontemia, qualora dovesse tornare. La vita è una cosa meravigliosa. Rectius: caos.
A domani.
Cronicario. Fase 2: Los bandidos (senza mascherina)
Proverbio del 22 maggio Se prendi più di quello che ti serve stai rubando a un altro
Numero del giorno: 152 Tipo di mascherine approvate dall’Inail
Aveva ragione chi diceva che il virus avrebbe cambiato tutto. Ormai per strada circolano solo tizi a volto coperto che ai vecchi tempi ci avrebbero spaventati a morte.
E invece capita che si spaventano a morte loro perché magari giri tu a volto scoperto.
E le guardie? Come fanno a distinguere i malintenzionati? E soprattutto come li riconoscono?
Queste difficoltà, tipiche da fase 2 di una pandemia, sono comunque poca cosa rispetto all’evidenza che tutto sta lentamente tornando alla normalità. Per dire: oggi hanno sequestrato non so quante mila mascherine irregolari perché i soliti banditi – immagino senza mascherina – volevano spacciarle impunemente malgrado fossero fuori norma. Si leggono di sequestri di mascherine e visiere in tutta Italia, come una volta si leggeva dei sequestri di botti e petardi sotto Natale.
La cosa più sorprendente, che davvero non mi spiego, è come mai malgrado il supercommissario coi poteri assoluti del governo, solo il 45 dei negozi venda le mascherine a prezzo calmierato. Ah, non si trovano nemmeno i guanti.
Il tutto mentre una volenterosa associazione calcola che le dotazioni introvabili costino in media 75 euro al mese a ogni famiglia.
E’ chiaro che la Fase 2 va a gonfie vele.
Buon week end.
Cronicario. Chiudete i confini dei condomini
Proverbio del 20 aprile L’umiltà conduce alla grandezza
Numero del giorno: 1.500.000.000.000 Fondo Ue chiesto da Spagna per Covid
Devo ringraziare quel tal presidente di una regione che ha detto di essere pronto a chiudere i confini del suo territorio se quell’altro presidente regionale avesse proclamato il tana libera tutti per il coronacoso.
Devo ringraziarlo non solo perché ho scoperto che esistono i confini regionali che all’occorrenza si possono anche chiudere, immagino schierando i forestali, ma soprattutto perché ha perfettamente ragione: mica uno può rischiare perché un altro ha deciso di sbracare. Ennò.
Allora ho scritto all’amministratore di condominio spiegandogli che non si poteva permettere l’accesso di chicchessia al palazzo dove abitiamo senza avere la “sicurezza assoluta” (cito testualmente da uno dei tanti geni che parlano) che uno non coltivi virus in una qualsiasi parte del corpo. L’amministratore, che è un sincero democratico, ha subito emendato il regolamento schierando i condòmini a turno a sorvegliare il portone. Non basta smettere di uscire, bisogna anche evitare di fare entrare!
Il presidente del municipio, che ha saputo questa storia, ha disposto immediatamente la chiusura della frontiera con i municipi vicini, riciclando come guardie di frontiera i bidelli delle scuole, che tanto (e per fortuna) sono chiuse, affiancati da un esercito di smart worker in crisi da lockdown.
Allora il sindaco, che non si vuole far parlare dietro, ha emesso un’ordinanza per chiudere il territorio comunale, sempre insidiato da chi prova a infiltrarsi dai paesi viciniori. Gli altri sindaci, che non vogliono passare per smidollati, hanno subito fatto la stessa cosa, schierando i sorveglianti di cittadinanza, ossia quelli rimasti intanto senza reddito. Finché la notizia non è arrivata alle province, che sono state abolite, ma anche no. Ma nel dubbio hanno chiuso anche loro i confini.
A quel punto il presidente della Regione, che già rosicava per essere arrivato ultimo, ha deciso di chiudere non solo i confini, ma anche le comunicazioni col resto d’Italia. Un qualche scienziato – ormai pandemici – gli avrà detto che il coronacoso si può pure contagiare coi pensieri, mica solo cogli starnuti.
Il governo, impegnato ad ascoltare i consigli dei chissà quanti (e quanto) esperti reclutati per la fase 2 (mila) non si era accorto di nulla. E così il Primo Minestra si è presentato in tivvù con la diretta a reti unificate, ma facoltativa, a dire che finalmente si riapre, ma gradualmente.
Purtroppo nessuno lo stava ascoltando. Erano tutti a controllare i confini.
A domani.
Cronicario. Edissione straordinaria!
Proverbio del 9 aprile Non si conosce il valore dei denti finché durano
Numero del giorno: 100 Medici italiani deceduti per Covid
Vabbé ormai è chiaro: pagheremo caro e pagheremo tutto. Questa storia del coronacoso ci costerà una quaresima, altro che quarantena, e già si vedono i geni che ci hanno portato fin qua almanaccare consigli non richiesti su come uscirne. Non avete ancora capito bene come?
Anzi, è proprio partita una gara a chi la spara più grossa, articolandosi la proposta in maniera direttamente proporzionale alla complessità di pensiero di chi la formula.
Ma in comune, questi contorcimenti cerebrali, hanno il sottotitolo.
La (minchiata) più creativa ce l’ha regalata uno specialista del genere (minchiate), già uomo di governo e ho detto tutto, che ha auspicato una – testuale – “emissione straordinaria di buoni del tesoro, per italiani, garantiti da governo e Bce in modo che debito italiano sia in mano a cittadini italiani”. Perché il taldeitali non si fida dell’Ue (ma a quanto pare della Bce si). Con ciò transitando direttamente dal ridicolo al puro dadaismo.
A meno che non ci fosse un refuso.
Non era un’emissione straordinaria.
A domani.
Cronicario. Chiudo anch’io, no tu no
Proverbio del 23 marzo Il povero è uno straniero in patria
Numero del giorno: 4.824 Operatori sanitari contagiati in Italia
Allora chiudo. Dovresti chiudere. Vorrebbe chiudere. Forse chiudiamo. Di sicuro voi chiudete, mentre questi non chiudono.
Dopo aver declinato in ogni modo (indicativo, congiuntivo e soprattutto condizionale, ma senza trascurate l’imperativo) il verbo stare a casa, il governo ha passato l’ultimo fine settimana esercitandosi col verbo chiudere, arrivando a decretare nottetempo via social, ma con rinvio, come da tradizione, chi e cosa sarebbe stato chiuso entro le prossime 48 ore.
Nel frattempo rimanevano aperte le autostrade, con scene da ferragosto ai traghetti per la Sicilia.
Per non farci mancare niente, stamattina sono arrivati anche gli annunci di sciopero da parte di alcuni sindacati che giudicavano non si fosse chiuso abbastanza, mentre gli imprenditori rilasciavano dichiarazioni da apocalisse.
Nella prossima puntata: Chiuderemo tutti?
A domani.
Cronicario. Non ci resta che mangiare
Proverbio del 18 marzo Seguendo le ombre non si acquista sostanza
Numero del giorno: 320 Spread Btp-Bund alle ore 11
E’ proprio vero che nei momenti di crisi si riscoprono le cose importanti. Chessò: i valori che contano davvero.
O i nostri bisogni più autentici.
Infatti è proprio in questi momenti che ci ricordiamo quanto siano importanti le persone vicino a noi.
Soprattutto, adesso che il governo ce ne liberato un sacco, impedendoci di fare le cose inutili che facevamo prima, ci ricordiamo di quanto sia importante impiegare bene il nostro tempo.
Perciò non bisogna stupirsi nello scoprire, come ci fa notare la Coldiretti, l’aumento record (+7,9%) del fatturato dell’industria alimentare, garanzia ultracerta che mai e poi mancheranno i cibi sugli scaffali, grazie alla potente filiera italiana.
E questa informazione segue l’annuncio di un’altra associazione, che aveva celebrato giusto ieri il “ritmo altissimo delle vendite di alimentari”. Sempre perché è proprio nei momenti di crisi che si scoprono le cose autenticamente importanti.
Finalmente l’abbiamo ricordato.
Buon appetito.