Cronicario: Il nostro problema economico è la maleducazione
Proverbio del 18 gennaio Si esagerano i torti del vicino e si tace dei propri
Numero del giorno: 67% Tasso di occupazione nell’area Ocse
E finalmente alle 12.17 capisco qual è il grave problema del nostro paese: il traffico.
No, no scusate, ho sbagliato. Il problema del nostro paese è quello che dice Bankitalia alle 12.17, con questo tweet: “Il livello di cultura finanziaria degli italiani è tra i più bassi riscontrati nelle economie avanzate per adulti e studenti”.
Eccolo qua: siamo economicamente maleducati. Delle capre insomma.
Faccio fatica a comprendere come un paese popolato da analfabeti finanziari abbia cumulato una ricchezza finanziaria che, vado a memoria, vale un 4.000 miliardi di euri, e pure se ho qualche sospetto, sono costretto a riconoscere che Bankitalia ha ragione: l’italiano medio conosce appena le quattro operazioni e arrivato alle divisioni inizia a confondersi. Figuratevi calcolare una percentuale. O capire il collegamento fra rischio e rendimento.
Miracolosamente, siamo anche il paese dove una straordinaria quantità di analfabeti finanziari cumula patrimoni liquidi di minimo decine, se non centinaia, di migliaia di euro, che poi finiscono rapinati dalle banche o dai vari promotori finanziari che, al contrario di loro, sono assai bene educati. Torno a chiedermi come sia possibile. E che succederà se, come auspica Bankitalia e buona parte di noi, saremo tutti educati a calcolare lo yield dopo aver digerito lo spread. Non è che poi diventiamo poveri? O Forse diventano più povere le banche?
Cotante domande durano nella mia testa il tempo che escono i dati sull’occupazione britannica che nel tempo della May(be) (cit.), dell’Hard Brexit (e voglio proprio vederla) e della sterlina che fa su e giù diventano la notizia del giorno. E che notizia. La disoccupazione inglese scende dal 4,8% dal 5,1 di un anno fa mentre il tasso di occupazione sale al 74,5% nel periodo settembre-novembre 2016.
Come si vede dal grafico, che risale al 1976, l’occupazione si è sostanzialmente ripresa nell’ultimo quinquennio. Ma bisogna pure osservare che all’interno degli occupati ci sono 4,77 milioni di self employed, che pesano il 15% degli occupati totali. E vi faccio grazia dei part time. Così son bravi tutti.
Sempre dall’Europa arriva la conferma da Eurostat che l’inflazione sta risalendo. Su base annuale la crescita è stata dell’1,1% a dicembre 2016 rispetto al 2015 e dello 0,6 su novembre 2016. Ma la curva si spiega meglio
Se le differenze fra i singoli paesi vi stupiscono, dovete fare subito un corso accelerato sulle frammentazioni europee.
Poi c’è il dato Usa sull’inflazione che è ancora più interessante.
In pratica l’inflazione per tutti i beni ha raggiunto quella core, ossia al netto di cibo ed energia, superando il 2%. Ciò significa che di fatto il target d’inflazione è praticamente raggiunto e vista l’inclinazione della crescita dei prezzi, la Fed semmai dovrà trovare il modo di non farla salire troppo. E a questo, fra le altre cose, dovrebbero servire i prossimi rialzi dei tassi.
Tutti contenti? ‘Nsomma. Il dato dell’inflazione di dicembre, in crescita dello 0,3% su base mensile, s’incrocia con quello delle retribuzioni orarie che sono cresciute appena dello 0,1% rispetto a novembre, proprio a causa dell’aumento dell’inflazione che si è mangiato il 75% dell’incremento nominale dei guadagni. Su base annuale l’incremento reale orario è stato dello 0,8%. Assai poco eccitante per un paese che basa oltre il 60% del suo pil sulla domanda interna. E vediamo adesso che s’inventa Mister T.
Intanto possiamo osservare che ci troviamo al punto tanto auspicato in cui l’inflazione sale, l’economia ancora zoppica e le banche centrali sono imbottite di asset che diventa sempre più difficile gestire. Fossi in loro comincerei a dar di matto.
Ma per fortuna i banchieri centrali sono beneducati.
Ps Goldman Sach ha comunicato di aver triplicato i suoi profitti nel quarto trimestre 2016 grazie ai ricavi da trading. Capite perché dovete studiare l’economia?
A domani.