Cronicario: Dalle stelle allo stallo (con vista stalla)
Proverbio del 7 novembre Il denaro sognato non si può spendere
Numero del giorno: 0,4 Crescita % prevista in Germania nel 2019
L’autunno dello scontento europeo oggi prende la forma di un pregevole volume di un qualche duecento pagine che non leggerà mai nessuno ma che verrà molto commentato, come accade per i film che non si sono mai visti o i libri che non si sono mai letti. Quindi guardiamo le figure e facciamoci subito un’idea.
Sulla base di quest’idea, necessariamente provvisoria, saldiamoci addosso una robusta convinzione, travestimento di un pensiero complesso ma sintetico, che potrebbe essere quello che la Commissione Ue ci cuce addosso: “L’economia italiana è in stallo dall’inizio del 2018 e ancora non mostra segnali significativi di ripresa”.
Di conseguenza “il mercato del lavoro è rimasto resiliente di fronte al recente rallentamento economico, ma gli ultimi dati puntano ad un deterioramento”.
Metteteci pure che “il numero dei senza lavoro difficilmente calerà anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate”. Ed avrete il quadro completo.
Ma prima di deprimervi per la trama di questo romanzo minimale sulle sorti infauste della nostra economia, sappiate un’altra cosa che ci dice il commissario economico europeo in carica ma uscente: “Con la crescita dell’Ue a ritmo moderato ed i rischi al ribasso si può arrivare ad uno stallo, senza però dover temere una recessione, che non abbiamo previsto”.
Lo stallo italiano è l’antesignano di quello europeo, potremmo dire. D’altronde siamo italiani. E chi meglio di noi, notoriamente all’avanguardia, è capace di interpretare la vocazione di una penisola, come d’altronde è l’Ue, stretta fra due giganti (Usa e Cina) che si fanno la guerra?
Dalle stelle allo stallo, insomma, con l’aggravante che arrivare alla stalla dei proverbi è solo questione di sfumature, se non di tempo. Ma non diciamolo all’Ue. Mai guastare una sorpresa.
A domani.