Cronicario. Toglietemi tutto, ma non la mia mascherina
Proverbio del 30 marzo Il desiderio di ciò che non hai non ti fa godere ciò che possiedi
Numero del giorno: 19,92 Picco ribasso quotazione petrolio WTI a New York
Un mito, il tizio beccato in mascherina a spacciare eroina. Per dire, t’avveleno ma non ti contagio. Che di questi tempi è tutto. O quantomeno è quello che ti chiede il mercato. E infatti le mascherine si arrivano a vendere a 60 euri l’una, non per strada: in una farmacia di una grande città, secondo quanto raccontano i nuovi specializzandi dell’ultimo grido dell’informazione giornalistica: le mascherine.
Ormai le cronache sulle mascherine hanno surclassato i pastoni politici, ma soprattutto le mascherine sono diventate virali nei messaggi pubblicitari. Pure questo blog ne ne è diventato vittima, l’avrete notato. Esiste anche una certa linea fashion di mascherine in poliuretano colon nero seppia, con filtri sagomati che hanno il potere di rendere interessante anche le mascelle meno volitive.
Perché la personcina di classe ormai non la riconosci mica più dal trucco, né dal parrucco. E’ la mascherina che fa la differenza.
Ci sta il tipo che la porta a straccio, con l’elastico bleso sull’orecchio. Ci sta l’attillato pauroso.
Ci sta il simpatico cazzaro, che vince sempre.
Ma soprattutto ci sta il fatto che con la mascherina sembriamo tutti più belli per la semplice ragione che nessuno vede più la nostra faccia.
Si capisce perché ogni governo abbia dato disposizione di potenziare la produzione nazionale di mascherine. E anche perché il problema, presto, non sarà più quello di trovarle. Sarà quello di convincerci a toglierle.
A domani.