Casa in Francia e conto in Svizzera per gli italiani con attivi esteri

Certe cose non cambiano, evidentemente. E anche l’amore degli italiani per la Svizzera deve essere una di quelle. Almeno degli italiani che preferiscono tenere all’estero un po’ di risorse finanziarie. Ne scriveva già il compianto Arbasino in “Fratelli d’Italia” nei primi anni ’60, quando raccontava dei milioni del papà del protagonista depositati al Crédit Suisse. E pure oggi, che sono passati sessant’anni, certe abitudini sembra mantengano intatto il loro fascino.

La tabella sopra è frutto dell’elaborazione di alcuni dati estratti dalle dichiarazione dei redditi effettuata da Bankitalia, che ci consente di conoscere un po’ meglio la composizione degli attivi esteri delle famiglie italiane. Tema da sempre capace di suscitare sacre indignazioni in un paese che ha sempre poco amato il capitalismo e ancor meno il mercato internazionale. Conseguenza della nostra storia, evidentemente, ma anche di una certa seduzione verso il nazionalismo, almeno finanziario, che serpeggia sempre dalle nostre parti e che le varie crisi – da ultima quella sanitaria – nutrono con sempre maggiore evidenza.

La ricognizione di Bankitalia si giova delle informazioni ricavate dalle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche raccolta dall’Agenzia delle entrate nel quadro RW che nel tempo si è raffinato arrivando a rilevare in maniera più puntuale gli attivi, sia finanziari che immobiliari, delle famiglie, soprattutto a partire dal 2013-14. Una delle ragioni fu l’introduzione delle imposte su queste attività che nel quadro RW hanno finito col trovare lo strumento della loro esazione. L’imposta ha fatto emergere i patrimoni, si potrebbe dire.

Sicché la quota dei contribuenti con attività estere è passato dallo 0,5 all’1% e l’ammontare dichiarato arriva ad oltre il 20% del reddito imponibile.

Bankitalia ha elaborato i dati grezzi, corretti per tenere conto di eventuali cointestazioni e di dismissioni, e così arriviamo alla tabella a seguire.

Questi attivi sono in larga parte rappresentati da conti correnti, circa 40 miliardi.

Per il mattone, il cui valore complessivo si colloca intorno ai venti miliardi, però, la preferenza degli italiani va alla Francia, anche se la Svizzera è comunque ben rappresentata.

Mentre la tabella successiva mappa le regioni di provenienza di questo centinaio abbondante di miliardi di attivi esteri.

Come si può osservare, la Lombardia (dato 2016) esprime ben 54 dei 116 miliardi complessivi di attivi. D’altronde Arbasino era di Voghera.

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