Cronicario. Il rilancio del Rilancio

Proverbio del 14 maggio Severità nel fare leggi, clemenza nell’amministrarle

Numero del giorno: 16,8 Calo % export e import italiani a febbraio

Ma dico io: lo potevano chiamare Decreto Rinascita, Ripartenza, Ripresa, persino Rivincita. Oppure Riscossa, Ritorno, Ricominciare, se proprio ci doveva essere una Ri, insomma. Una Ri serve proprio a dare questa idea di continuità, da che mondo è mondo.

E invece che ti vanno a scegliere, quei geni della comunicazione che (mal)consigliano il nostro beneamato Primo Minestra per il Decreto più atteso degli ultimi due mesi: Rilancio.

Capirete il fraintendimento. Già siamo Rintronati dalla quarantena, oltre ad esserci notoriamente Ritrovati senza euri e coi negozi chiusi – e figuratevi adesso che Riaprono – poi ci mancava il governo che la butta là col Rilancio, mettendo persino 55 miliardi di debiti sul piatto. E’ chiaro che è successo un pasticcio.

E Tizio ha lamentano che non chiude il bilancio dei comuni, mettendo sul piatto nuove fiche. E Caio che fallisce il turismo. E Sempronio che è la fine delle cartolerie. E poi A, B e C a lamentare la crisi di D, E e F. Un trionfo di benaltrismo che ha fatto salire alle stelle il costo del Rilancio.

Di fronte al Rilancio del popolo al governo, non resterà che Rilanciare il Rilancio. Sperando che nessuno veda.

A domani.

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