Cartolina. Una globalizzazione è per sempre

Se 150 anni non vi bastano per capire che la globalizzazione fa parte della nostra storia, e quindi del nostro futuro, allora non c’è modo per convincervi del contrario. Il fatto che in questi 150 anni la globalizzazione abbia cambiato molti volti – dall’età dell’energia a quella dell’informazione, per dirne uno – e protagonisti – dalla Gran Bretagna agli Usa – non vuol dire assolutamente nulla. Salvo il fatto che, per fortuna, ci evolviamo. Se 150 di evoluzione non vi bastano per credere che il cambiamento fa parte della nostra natura, e per fortuna, allora non c’è modo di convincervi a rinunciare a rimpiangere i vecchi tempi. Questo non vuol dire che domani sarà migliore di ieri, come credevano i nostri trisnonni. Ma che domani è inevitabile e che sarà diverso da ieri. Almeno finché saremo vivi. Per la cronaca: questo domani dipende da ognuno di noi.

1) La globalizzazione è definitiva e non può essere arrestata? Mi è forse sfuggito un decreto divino? Oppure WTO e affini sono prodotti umani (occidentali, ma estesi gentilmente al globo a fini di predominio commerciale)? Tanto definitivi che oggi quella potenza capitalistica, promotrice di WTO e affini, ha proclamato il ‘decoupling’ dall’economia cinese? Sennonché, pur essendo gli egemoni, gli americani hanno scoperto che la Cina non era solo una sede di delocalizzazioni e di sfruttamento di manodopera, nonché un mercato con miliardi di consumatori (potenziali). I cinesi, quando sono entrati nel WTO sapevano che sarebbero stati tutto questo, ma anche altro. Pagavano il prezzo per ottenere un salto tenologico-economico e alla fine l’hanno ottenuto. Purtroppo, quando gli Usa si sono accorti della mutazione, hanno detto che la cosa non andava più bene: non sia mai che i ruoli si ribaltino. Ha presente i vecchi dazi di Trump e le nuove disposizioni di Biden? Se li vada a ripassare, perche’ sono la fossa in cui la “definitiva globalizzazione” si sta schiantando.
2) La Russia avrà i suoi problemi economici, ma direi che sarebbe piu saggio, prima di guardare nel suo piatto, vedere se nel nostro c’è ancora cibo e per quanto. Potrebbero esserci sorprese poco gradite.
3) La Cina è un monolite da svariati millenni, con un controllo sociale e svariate ingegnerie istituzionali da vari millenni. Ha retto i mongoli, i giapponesi e diverse, nonché avverse, situazioni in cui interi imperi si sono schiantati. Non saranno una serie di fallimenti di gruppi economici o le provocazioni su Taiwan a mettere la Cina in difficolta’. Hanno il controllo di moneta ed economia e menti capaci di gestione e… attesa. Non mi preoccuperei di loro, ma guarderei sempre nel mio piatto.
P.S.: legga e mediti ciò che ha scritto in un suo recente articolo Wang Xiangsui, professore e direttore del Centro per gli studi sulle questioni strategiche dell’Università di Aeronautica e Astronautica Beihang di Pechino, coautore insieme a Qiao Liang del ‘bestseller’ Guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione (1999): “Per diventare gli amici più rispettati dell’America, Cina e Russia devono essere avversari che l’America non può sconfiggere”.
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