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Cronicario: Dal governo che non c’era a quello che non ci sarà

Proverbio del 28 maggio Gli dei non possono aiutare chi non coglie le occasioni

Numero del giorno: 210 Aumento % vendite speaker da salotto nel IQ 2018

Siccome siamo un paese che guarda con fermezza al futuro, nello spazio di una afosa domenica di maggio siamo passati dal governo che non c’era al governo che non ci sarà. Come nei bei tempi andati, ai quali si ispira senza neanche nasconderlo troppo la narrazione edificante degli italieni, tornano in auge i mitici governi balneari che alcuni di voi, nati nei tempi dello smartphone, non hanno avuto ancora il pregio di conoscere.

Perché l’uomo indicato dal Colle l’ha già detto: se non c’è la fiducia dopo agosto si torna a votare. Così completiamo l’opera, aggiungo io.

Siccome già tre quarti del parlamento ha detto al nuovo incaricato del Colle che non gliela voterà, ‘sta benedetta fiducia, tiro fuori dall’abum dei ricordi il governo balneare e ci trovo dentro anche le lire fuori corso che m’erano rimaste impigliate dentro, che metto religiosamente da parte, hai visto mai. Solo che mentre riguardo la faccia ingiallita di Buonarroti sulle diecimila lire, mi sorge la preoccupazione assai poco patriottica sulla sorte dei quattro euri che mi sono rimasti dopo la conversione delle lirette che avevo e un quindicennio buono di spremute fiscali al grido impavido di Vinceremo. In questo caso sullo spread. Costui, evidente strumento della cattiveria del dio mercato, ormai sempre più vindice, si presenta a metà mattinata infilandosi con la ben nota perfidia nel nostro dibattere politico sovrano, che se ne infischia del dio mercato perché venera quell’altro dio, quello del conio, e lotta per avere un mondo dove fare debiti non costi nulla. Anzi: ti regalano proprio i soldi.

Com’è, come non è, per tutta la mattinata il cronicario globale pullula di dichiarazioni degli italien che litigano con gli spreadator. La borsa caracolla e il futuro diventa sempre più incerto. E questo si vede dai tassi di interesse che salgono minacciosi coma mai dal 2015, ossia da quando il nostro Supermario da Francoforte ha steso sulla nostra economia piena di buchi un confortevole tappeto di denaro di banca centrale. Il migliore. Inquietante, questa ricorsa dei tassi, perché si concentra sulle scadenze brevi che si vendono come se non ci fosse un domani. Guardate qua.

All’ora in cui ho stampato questo grafico il rendimento del Btp biennale era aumentato di quasi il 90% (il novanta per cento). Come se lo spread sul decennale passasse da 200 punti a 380 in una mattina. Ora se guardate bene, scoprirete che a gennaio scorso il rendimento sul biennale era negativo per circa lo 0,20%. Fatevi da soli i conti di quello che è successo solo nella giornata di oggi. Oppure guardate quest’altro.

Questo è il rendimento dell’annuale. Notate che pagavamo interessi negativi fino praticamente all’altro ieri. Ora so bene che di queste brevi evidenze se ne fregano i patrioti del conio. Però intanto da ieri l’altro tutto il credito all’Italia (e quindi anche a loro) rischia di costare più caro. Il governo balneare può far poco per fa scendere la febbre. Al massimo può mandarci tutti in vacanza. Poi a settembre, in tempo per la fine del QE, ci manderà alle urne. E da lì in poi…

A domani.

Cronicario: L’IPhone X non ti fa rispondere al telefono, però ti riconosce

Proverbio del 5 febbraio  Per innalzare una muraglia devi mettere pietra su pietra

Numero del giorno: 57,7 Indice Pmi servizi Italia a gennaio. Top da giugno 2006

Ora vi dovrei dare una notizia seria ogni tanto, come ad esempio l’offerta incredibile che Broadcom ha messo sul piatto per acquisire Qualcomm, in una delle battaglie più epiche nel mondo misterioso dell’industria dei semiconduttori. Per dire: 121 miliardi di dollari, che sono 82 dollari per azione a fronte dei 70 proposti e rifiutati a novembre, oltre all’accollo di 25 miliardi di debiti che fanno 146 miliardi tondi. Una roba mai vista. Ma d’altronde sia l’acquirente che l’acquisito, ammesso che accetti, sono due giganti del settore e il fatto che queste notizie volino basse nell’attenzione generale è solo la dimostrazione che siamo distratti da ben altro.

Dovrei darvi ‘sta notizia seria ogni tanto, dicevo, specie considerando che Qualcomm è finito davanti al bazooka della cattivissima commissaria europea Margrethe Vestager, che gli ha inflitto una multarella delle sue (997 milioni) per aver pagato suon di miliardi ad Apple per convincerla a comprare i suoi chip a danno di altri. Salvo poi litigare furiosamente con la stessa Apple. Ed è stata l’apparizione di Apple nelle cronache Qualcomm a far naufragare, come i tre quarti delle mie buone intenzioni, l’idea di fare un pezzo serio.

Eppure l’intenzione c’era tutta. Stavo persino leggendo il serissimo Financial Times, giornale notoriamente noioso e cattivissimo a differenza del Cronicario, e improvvisamente mi è apparsa la notizia del giorno: il telefono dell’IPhone X non funziona. No aspettate: non vi sto dicendo che avete speso mille e chissà quanti euri per niente. Avete innanzitutto la soddisfazione che il vostro telefono vi riconosca come un cagnolino. E se questa gioia la dovete pagare col prezzo di qualche telefonata persa perché non vi appare subito la chiamata che volete che sia? D’altronde solo un troglodita usa ancora il telefono quando si può comunicare in silenzio.

Ora questa cosa del telefono farlocco è capitata a qualche centinaio di utenti, che evidentemente non hanno capito che il ritardo nell’arrivo delle chiamate non è un baco ma una funzione del super intelligente IPhone X che individua gli scocciatori prima dell’ignaro ricevente e li silenzia. Apple ha preferito tenere segreta questa informazione, che il Cronicario vi rivela in esclusiva internazionale, e ha liquidato la cosa dicendo che farà approfondimenti. In compenso il grande capo di Apple ha annunciato il migliore trimestre della storia di Apple (il quarto del 2017) con l’IPhone X che “ha superato le nostre attese”. Che non dovevano essere alte se alla fine Cupertino ha venduto 77,3 milioni di IPhone, l’1% in meno rispetto al quarto trimestre 2016. Subito purgata dalla borsa, Apple pensa di rifarsi tirando fuori un altro sistema operativo per gli smartphone, tre nuovi Mac e altre tre IPhone entro il 2018. Così dicono i bene informati. Ormai per meno di tre modelli alla volta Apple neanche si scomoda. Ma la vera svolta di Apple non arriva dall’IPhone: arriva da Mister T.

Con la riforma fiscale Apple ha già fatto sapere che rimpatrierà una quarantina di miliardi dall’estero e creerà un ventimila posti di lavori negli Usa oltre che un nuovo campus. Quindi se il telefono non funziona, pazienza: hanno molto da fare a Cupertino. A proposito di Mister T. Oggi la Bce se è uscita con una delle sue perle secondo la quale la riforma fiscale di Trump, sempre quella, rischia di provocare una corsa al ribasso delle aliquote fiscali internazionali, erodendo le basi imponibili in anche in Europa.

Un modo forbito per dire che Mister T. rischia di provocare una diminuzione delle tasse anche da noi. Fosse vero potrei pure cambiare pettinatura.

A domani.

Cronicario: Il bau bau francese e l’uscita dall’Europaleague

Proverbio del 6 febbraio Quelli che smettono di sognare sono perduti

Numero del giorno: 2,5% Tasso mensile d’inflazione in Turchia a gennaio

Io però ve l’avevo detto già a novembre che dopo l’uomo nero americano arrivava la donna nera francese. E dico nera non per le sue appartenenze, che saranno pure fatti suoi, e tantomeno per il colore, che mai mi permetterei. Ma per il fatto che la donna nera fa paura: sarà il nuovo bau bau dell’inverno/primavera del cronicario globale. Come chi? Eddai: questa.

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Rassicurante no? Anche se questa mi piace di più.

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Una donna affettuosa, mi figuro. Per questo ci rimango male quando a Lione ieri pomeriggio ha cominciato a sbraitare con la sua bella voce da baritono che una volta presidente porterà la Francia fuori dall’euro, fuori dall’Ue, fuori dalla Nato.

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E l’Europaleague? Mi chiedo: lì la Francia non tocca mai palla…e non vince praticamente mai quindi forse uscire è la soluzione migliore. Ma purtroppo quella mi parla dei musulmani e di altre cose noiose come la finanza e l’economia mondializzata, che certo non piace alle brave persone che abitano sulla Luna. E la conseguenza di tutti questi bau bau è questa.

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A proposito, vorrei contribuire al dibattito sull’etnicità che così tanto preoccupa la donna nera di Francia, segnalandole un pregevole studio della Fed che mostra i gap di reddito fra le varie etnie che vivono negli Usa.

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Come vedete il vero attentato alla supremazia (economica) dei bianchi arriva dagli asiatici. I maomettani non sono neanche censiti.

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Mi attardo ancora un po’ in Europa – a breve chissà a quante velocità – per raccontarvi degli ultimi dati sulla Germania che marcia come al solito alla velocità più alta, con salari reali in crescita dell’1,8% nel 2016 mentre gli ordini del settore manifatturiero sono cresciuti del 5,2% a dicembre. A Mister T, che ha già speso parole dolci verso la Germania, verrà un attacco di bile, immagino. E chissà a quanti altri. Ma ricordate che l’invidia non è un buon viatico per la serenità.

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E non è neanche tanto saggio spaccare tutto perché così poi si aggiusta.

Per concludere questo inizio settimana vi saluto con un pregevole speech di Jaime Caruana che, per chi non lo sapesse, è il direttore generale della BIS, luogo ameno e svizzero ove fra le altre cose si ragiona di cose economiche. E che dice Caruana?

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Traduco: dormite preoccupati.

A domani.