Etichettato: debito pubblico globale
I governi alle prese con un debito di guerra

Non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima che i governi si trovano a dover gestire un livello di debito pubblico che ormai somiglia a quello osservato durante i due ultimi conflitti mondiali, come nota il Fmi nel suo ultimo Fiscal Monitor.
Come si può osservare nel grafico sopra, questa straordinaria crescita del debito dei governi, praticamente quintuplicato da 20 a 100 trilioni, si è consumata in meno di un quindicennio durante il quale si sono verificate due importanti crisi, una finanziaria e l’altra sanitaria. Il risultato è che ormai il debito sfiora il 100 per cento del pil globale, e nel conto non sono compresi i debiti privati, che pesano almeno altrettanto. Non c’è da allarmarsi troppo: vuol dire pure che siamo più ricchi di prima. Ma neanche sarebbe saggio infischiarsene. Un livello elevato di debito pubblico porta con sé alcune conseguenze capaci non solo di zavorrare le crescita, ma di impedire l’azione di governo, oltre che contribuire alle tensioni sui prezzi.
Anche qui, la storia è buona maestra, se uno si decide a studiarla. I grafici sotto mostrano l’andamento secolare del debito pubblico negli Usa e in UK.


La prima evidenza notevole è che l’aumento della spesa primaria e quindi del debito osservato nel 2020 è stato uno dei più significativi degli ultimi due secoli. Paragonabile appunto a quello di una guerra.
La seconda evidenza che ci suggerisce la storia è i dopoguerra sono sempre stati accompagnati da gravi crisi inflazionistiche. Assai più gravi di quella che stiamo vivendo adesso. Dopo la Grande Guerra i prezzi aumentarono del 70 per cento negli Usa e oltre il 90 per cento in Francia, Gran Bretagna e Italia, contribuendo non poco all’instabilità politica in questi paesi.

In Austria, Germania, Ungheria e Polonia l’inflazione sfociò in iperinflazione, con conseguenze politiche ancora peggiori. Dopo la seconda guerra l’inflazione raggiunse il 50 per cento negli Usa il 200 per cento il Italia e Francia.
Dopo la pandemia non si sono osservati certi eccessi, e tuttavia si è vista una certa correlazione fra aumento della spesa reale e dei prezzi nei paesi dove la prima variabile è cresciuta significativamente.

Il problema però è capire cosa fare da oggi in poi. Al tempo della guerra l’inflazione contribuì a “bruciare” molto debito pubblico, e in qualche modo questo effetto si è osservato anche negli ultimi due anni. Ma nel passato questo “rimedio” è stato associato anche alla repressione finanziaria, oggi praticamente inapplicabile, a meno di non voler rinunciare alla globalizzazione del mercato dei capitali. Che alla lunga peggiorerebbe i danni dell’inflazione, ammesso che possa davvero curarla. Anche se molti tendono a dimenticarlo.
