Etichettato: monopolio cinese terre rare
Cartolina. Il costo della rarità

Ancora nel 2030 la Cina sarà la prima raffinatrice al mondo di terre rare, ossia quel vasto assortimento di materie prime che servono praticamente a tutto ciò che di tecnologico ci circonda: dagli smartphone alle tv fino ai sistemi di difesa. Non è una novità, si sa da tempo che Pechino primeggia in questa ed altre industrie di frontiera della nostra modernità – il caso delle auto elettriche è forse quello più conosciuto – e che è riuscita ad ottenere una posizione di primo piano grazie a un sapiente lavoro di programmazione, investimenti e sussidi vari. Ora il fatto non è tanto che i cinesi abbiano avuto la vista lunga, ma che noi l’abbiamo avuta corta. Solo di recente l’Europa ha varato alcuni programmi per provare a minimizzare i rischi che derivano dal dipendere da un unico fornitore. Ci siamo passati col gas russo, ci ripasseremo con le terre rare cinesi. Ma, come abbiamo imparato dopo la guerra ucraina, serve tempo per trovare soluzioni alternative. E nel caso delle terre rare, servono anche alternative, che sono molto scarse. Quindi nel tempo che servirà all’Europa per trovare soluzioni capaci di minimizzare i rischi da fornitore unico, dovremo continuare a pagare il costo della rarità. Delle Terre cinesi. Ma anche dei nostri buoni principi.
