L’ambizione (neanche tanto) nascosta dei giganti Hi Tech: Noi saremo tutto

Ormai è difficile trovare qualcosa on line dove non sia presente un’applicazione di Google. Devi comprare un volo, andare in un posto, mandare una mail? Google c’è, e il fatto che ci siano alternative non impedisce di notare che a monte di questa ricerca con molta probabilità avrai usato Google per iniziarla. E questo sarebbe il meno: Google ormai è onnipresente. E non solo on line. Meno osservate, ma assolutamente rimarchevoli, sono le incursioni di Google in quella che usualmente viene definita economia reale. Google vende servizi assai concreti alle aziende, potendo contare su una suite di applicazioni ricca e potente, e soprattutto, è entrata da qualche tempo in un settore assai strategico: la posa di cavi sottomarini. Il gigante emergente da Internet lancia una sfida ai vecchi e potenti incumbent che hanno costruito il sistema nervoso di Internet, ossia le compagnie telefoniche. Una sfida che Google non combatte certo da solo: al contrario ha già trovato un potente alleato in Facebook, che già aveva alle spalle un’alleanza con Microsoft. Così come non è certo l’unico gigante della rete a esondare dal recinto confortevole dove è nato, cresciuto e divenuto rigoglioso.

Ormai le incursioni dei boss di Internet fuori dalla realtà virtuale sono innumerevoli e fantasiose: si va da Amazon che apre studios cinematografici, compra giornali, e fa credere di voler diventare un Internet provider, a Facebook che sogna di battere moneta o diventare addirittura una banca. L’ambizione nascosta (ma poi neanche tanto) di questi operatori ricorda il titolo di un vecchio libro di Valerio Evangelisti: Noi saremo tutto. E l’evoluzione dell’economia sembra complotti per realizzarlo.

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