Cronicario: Il bilancione di Bankitalia

Proverbio del 31 marzo A buon pagatore non si chiede garanzia

Numero del giorno: 115.000.000.000 Bond pubblici italiani comprati da Banca Italia nel 2016

E venne in giorno della pompa magna, che dalle parti nostre una volta era il 31 maggio, quando il demi monde della finanza si riuniva in via Nazionale ad ascoltare le compassate allocuzioni del Governatore e non chiedetemi quale, mentre da quest’anno quell’appuntamento che ha deliziato le nostre cronache economiche, ora si è diviso in due, visto che adesso la pompa magna si è sdoppiata: il 31 marzo, quando la Banca d’Italia presenta il suo bilancio, e sempre il 31 maggio, quando presenterà la sua storica relazione annuale, che è un po’ il bilancio dell’economia vista dai suoi piani alti.

In tempi di QE e di post riforma delle quote, finisce pure che il bilancio di Bankitalia contenga alcune notizie utili da conoscere. La prima, che mi sembra assai rilevante, è che nel 2016 Bankitalia ha comprato 115 miliardi di debito pubblico italiano. Il che implica, trattandosi di acquisti sul mercato secondario, che qualcun altro se ne sia liberato e non è difficile immaginare chi.

Il grafico parla chiaro: estero e banche italiane, quindi magari anche banche estere si sono liberate di debito italiano, e sappiamo pure quanto ne hanno venduto trovando accoglienza fra le braccia generose di mamma Bankitalia in versione QE.

La seconda notizia è che il bilancio di via Nazionale è diventato grassottello: a fine 2016 i suoi asset sono arrivati a 774 miliardi e se non sapete che significa leggetevi questo. Nel 2015 erano appena 587. Il bilancione di Bankitalia è un’altra conseguenza dell’Eurozona al tempo del Mago di EZ. E da bravo bilancione

il forziere di Bankitalia ogni tanto tira su dei bei regali per il governo. Nella fattispecie, 3,466 miliardi di trasferimenti in parte tirati giù dall’utile netto di 2,7 – anche questo in gran parte generato dai titoli acquistati per il QE made in Draghi – e in parte per tasse.

Ci sarebbe altro da dirvi, ma è venerdì e come voi mi sono un po’ stancato di stare appresso a queste miserie. In più fa caldo, splende il sole e finalmente ho deciso cosa fare.

Prima però di abbandonarvi ai vostri meritati ozi, vi segnalo quest’altra cosa che non c’è bilancione che possa salvarvi: l’inflazione nel lungo termine.

Vedete cosa è successo all’indice sui prezzi al consumo dal 1997 a oggi? E’ aumentato del 40%, quindi anche l’inflazione è cresciuta altrettanto. Pensateci, quando vi dicono che l’inflazione al 2% è una cosa innocua anzi positiva e insieme vi fanno venire voglia di comprare un titolo a lungo termine “per stare sicuri”. Perché di sicuro c’è solo che vi fregano.

A lunedì.

 

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