Cronicario: Le tasse sul lavoro sono alte, ma tranquilli: ora aumentano
Proverbio dell’11 aprile Un libro contiene una casa d’oro
Numero del giorno: 168,9 Numero di ultra65enni ogni 100 under65 in Italia nel 2018
Prima l’Italia, perbacco. E non importa quale sia il primato perché l’importante è primeggiare. E abbiamo ancora tantissima strada da compiere. Il debito pubblico, per dire. Uno pensa: siamo i primi. Macché: la Grecia ci batte. Ma dico ci possiamo fare battere dai greci in quella che è chiaramente una specialità nazionale?
Non possiamo, certo che no. E per fortuna abbiamo un governo che sta bruciando le tappe (rectius, le tasse) per farci arrivare a primeggiare in questo come in altri importanti ambiti economici. A proposito: proprio poco fa l’Ocse ci ha ricordato che abbiamo ancora tanto da fare. Sul lavoro ad esempio.
L’Italia è solo terza fra gli Ocse per peso della tassazione sul lavoro dipendente, ma come vedete dal grafico possiamo recuperare e state pur certo che riusciremo. Vi pare che possiamo accettare che i belgi (belgi) e soprattutto i tedeschi (tedeschi) stiamo sopra di noi?
Peraltro abbiamo anche ottimi motivi per aumentarle, queste benedette tasse per i lavoratori, che comunque hanno di che andar fieri: sono già ben sopra la media dei paesi Ocse.
Certe, è vero pure che questi lavoratori hanno ancora un certo beneficio da deduzioni e detrazioni – però inferiore a quello della media Ocse – ma comunque il nostro governo ha già fatto sapere che ci sta lavorando. Quindi state sereni. Stanno lavorando per noi e vi spiego anche come. Partiamo dal presupposto che abbiamo 23 milioni di lavoratori su 60 milioni di abitanti. Insomma: una minoranza. E visto che, non contenti, questi della minoranza si ostinano a lavorare anziché fare come fan tutti, ecco l’ideona: tassiamoli di più e insieme aumentiamo le pensioni, che tanto a questo servono i contributi di chi lavora. Dopo quota 100 c’è solo una cosa da fare: Quota 90.
A domani.