Cronicario. Non aprite quella scuola, parte III

Proverbio del 28 maggio Troppa oppressione può produrre un’esplosione

Numero del giorno: 40.000.000 Posti di lavoro persi negli Usa per Covid

A questo punto è chiaro a tutti che la scuola non aprirà prima che venga trovato il vaccino contro il coronacoso, e in ogni caso solo dopo aver individuato la cura contro il cancro e saziato la fame nel mondo.

Sono arrivato a questa conclusione dopo aver letto due notizie illuminanti, una volta che le combini insieme. La prima: la ministra competente (?) giura che “la riapertura delle scuole a settembre è una esigenza e un obiettivo del governo”.

Notate che ha detto a settembre, ma non di quale anno.

Ma soprattutto nel pomeriggio si è scatenato l’ex vicepremier oggi oppositore, che socialeggia su tutto – oggi ha parlato di 16 argomenti diversi -, che ha detto le parole definitive: “Siamo l’unico paese europeo che ancora non ha dato una data di riapertura. E’ questa la cosa incredibile. La didattica a distanza non è scuola, l’Italia è l’unico paese che ancora adesso a fine maggio non sa dire e studenti mamme papà e insegnati quando e come si riparte. E’ una follia”.

Ma soprattutto: “Ogni giorno che passa fa la differenza per le famiglie. Non tutti possono permettersi una babysitter, non tutti possono contare sui nonni o su una casa con giardino. Se non riaprite al più presto in sicurezza le scuole siete complici del disastro del nostro Paese”.

A fronte di tutto questo, a che serve una scuola?

A domani.

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