Quota lavoro stabile, ma per ragioni diverse, in Ue e Usa

Nell’analisi delle divergenze che questa crisi inflazionistica sta producendo fra le due economie “gemelle” di Usa e Ue, l’ultimo bollettino di Bankitalia ne scova un’altra che aggiunge un altro tassello al composito mosaico che piano piano sta arricchendo la nostra conoscenza. Una divergenza ambigua, però, visto che è ben celata da una convergenza.
Sia in Usa che nell’Ue, infatti, la quota lavoro, ossia la quota di valore aggiunto che remunera il lavoro (il resto in questa classificazione va al capitale), è rimasta sostanzialmente stabile (linea nera nel grafico sopra). Per dirla semplicemente: le ultime vicissitudini, a cominciare da quelle inflazionistiche, non hanno spostato la quota di ricchezza che va ai lavoratori.
Come ogni cosa, anche questa informazione si può leggere da due diversi punti di vista. Qualcuno potrebbe dire che di fatto in questa stagnazione del prodotto che remunera il lavoro c’è una sostanziale immobilità dei redditi. Ma qualcun altro aggiungerebbe che proprio per questo l’inflazione non è ancora finita fuori controllo come accadde negli anni Settanta.
Ma il punto più interessante per la nostra analisi è un altro: ossia osservare come la convergenza degli esiti celi una sostanziale divergenza delle ragioni.
Negli Stati Uniti, infatti, la quota lavoro è rimasta stabile perché all’aumento consistente delle remunerazioni ha corrisposto una crescita altrettanto rilevante della produttività, cui si è accompagnato un miglioramento delle ragioni di scambio. Elementi entrambi che fanno decrescere la quota lavoro.
Nell’Ue, invece, la produttività è rimasta stagnante e la quota lavoro è rimasta stabile perché sono crollati i salari reali a causa dell’aumento dei prezzi, con le ragioni di scambio a peggiorare per la medesima ragione, visto che l’Europa, a differenza dell’America non è una esportatrice netta di beni energetici, ma una notevole importatrice.
Che ci dice tutto questo? Che Usa e Ue hanno una caratteristica comune – un livello di remunerazione del lavoro stagnante – ma ragioni molto diverse quanto alle sue determinanti. Ne dovrebbero conseguire politiche economiche molto diverse, sia monetarie che fiscali. Ma per adesso si vede molto poco. E non è certo un caso.