Le inflazioni europee non sono tutte uguali. E questo complica il lavoro della Bce

Può sembrare banale ricordarlo, ma repetita juvant, come dicevano gli antichi: i paesi europei sono ancora notevolmente diversi quanto a costituzione economica, stante la ancora persistente provvisorietà del quadro istituzionale che ancora caratterizza l’Unione Europea. Tale debolezza, che corrisponde a una crescita asfittica, si riflette anche nel comportamento molto diverso che le principali economie europee hanno mostrato durante lo shock inflazionistico, che l’Istat, nel suo rapporto annuale, ci consente di apprezzare (grafico sopra).

In Italia, per restare al nostro paese, si è avuto un’inflazione più violenta – con un picco del 12,6% fra ottobre e novembre del 2022 – e una disinflazione, in compenso, più rapida, con l’indice armonizzato dei prezzi al consumo sceso sotto il 2%. La grande protagonista di questo comportamento è stata la bolletta energetica, che in Italia pesa più che altrove. Ma anche i beni alimentari, che ancora a dicembre 2023 risultavano in crescita del 5%, hanno avuto la loro quota di responsabilità. Circostanza che certo non stupisce chi abbia un minimo approfondito le ragioni dietro la crescita dei beni alimentari e il notevole contributo che ad essi apporta l’andamento dei beni energetici. Anche in Italia, come altrove, la componente dei servizi ha mostrato un andamento più lento nel processo di disinflazione.

Ovviamente gli andamenti inflazionistici molto diversi hanno generato effetti altrettanto differenti in tutte le economie europee, sia per le imprese che per i lavoratori. Limitandoci al caso italiano, si osserva ad esempio un andamento delle retribuzioni di gran lunga inferiore a quello inflazionistico, con una notevole caduta del potere d’acquisto.

Tutto ciò rende evidente la difficoltà che deve affrontare la banca centrale per effettuare manovre di politiche monetarie efficaci in economie così diverse. E’ chiaro che la manovra sui tassi di interesse, che insieme a quella del bilancio per l’acquisto o la vendita di titoli, ha effetti che replicano la frammentazione del tessuto economico europeo.

Questo spiega perché la Bce appaia a volta esitante o esibisca una certa tendenza al temporeggiamento. Se è difficile per la Fed far politica monetaria, in un paese che è profondamenti unificato, per la Bce è un esercizio di equilibrismo. Ad alto rischio di inciampo.

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