Cartolina. Nearshocking

Poiché va di moda il nearshoring, modo forbito di dire che si tenta di spostare le catene di fornitura verso i paesi vicini, non tanto geograficamente quanto politicamente, si tende meno a osservare che tutto questo attivismo rischia di provocare seri shock al mercato internazionale, già alle prese con un paio di guerre e ancora reduce dal disastro della pandemia. Sempre perché i guai non vengono mai da soli, in mancanza delle mitiche cavallette, piovono sul commercio restrizioni di ogni tipo, che incoraggiano le peggiori pulsioni muscolari – del tipo: ci produciamo tutto da soli – che non fanno altro che scaricare costi sui consumatori finali, già provati da un triennio di inflazione gagliarda. Terremotare la globalizzazione farà sicuramente la fortuna degli spin doctor dei politici. Quanto agli economisti, hanno già pronta una nuova parola per definire lo stato del commercio globale: nearshocking.

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