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Cronicario: Anno 2021, odissea nello strazio Mps

Proverbio del 24 novembre In qualunque parte del mondo i corvi sono neri

Numero del giorno: 65 Euro contenuti in media nel portafoglio degli italiani

Siccome finalmente abbiamo una banca (cit.), noi cittadini intendo, è giocoforza domandarsi cosa ne sarà del robusto investimento che le nostre tasse hanno fatto sul capitale di Mps ora che il Monte è pure tornato in borsa. Per il momento il direttore generale del (nostro) Tesoro, Vincenzo La Via, audito in quella specie di museo degli orrori che è la commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, ci ha ricordato che ai prezzi attuali di borsa il Mef (noi) ha una minusvalenza teorica di circa due miliardi, visto che il governo (ancora noi) ha accettato di comprare azioni valutate a 8,65 euri che oggi valgono 4,05.

Boni, state Boni. Così come non è oro tutto ciò che luccica, non è neanche tutta cacca quella che puzza, pure se sulla circostanza che la storia di Mps puzzi oltremodo non è che ci siano tanti dubbi. Se non ci credete date una letta a quello che racconta quest’esegeta e poi mi direte…

Appunto. Ma scurdamoce ‘o passato, che adesso abbiamo una banca e il nostro – letteralmente – direttore del Tesoro ci rassicura che dal 2019 ci sarà un recupero della redditività della banca a partire dal quale la cacca diventerà miracolosamente cioccolata.

Pregate che succeda, e pregate con costanza. Perché ‘sto miracolo deve pure succedere in fretta. Sempre il nostro sbroglianumeri del Tesoro ci ricorda che “l’intervento pubblico nel capitale di Mps è di natura temporanea e il ministero azionista (al 68% del capitale ndr) dovrà cedere la partecipazione acquisita entro l’arco temporale di riferimento del piano, ossia entro 5 anni”. E così abbiamo pure una dead line entro la quale il miracolo deve compiersi: il 2021.

Già: lo strazio di Mps, che se per allora non sarà divenuta redditizia abbastanza, coinciderà con quello delle nostre tasse, sacrificate sull’altare del benessere pubblico.

Ma adesso non state a deprimervi prima del tempo. Ci sono cose più vicine a noi che richiedono un sostegno farmacologico. C’abbiamo un fatturato industriale che s’è ammosciato così come gli ordinativi e neanche il fatturato dei servizi si sente tanto bene. C’abbiamo Poletti che – come se non avessimo fatto altro di recente – parla di pensioni, assicurando che dopo fine mese arriverà un emendamento per aggiungere un altro po’ di Ape social per le donne lavoratrici.

C’abbiamo la madonna vigilante di Francoforte, madame Nouy, secondo la quale nell’Eurozona ci sono troppe banche per cui “è necessario un consolidamento”.

Ma forse intendeva altro. E per concludere in bellezza oggi è pure il black friday e mi/ci/vi stanno massacrando di offerte per vagonate di cose inutili che arrivano su qualsiasi device abbiate sottomano, persino i fax. Pare peraltro che questo sia anche ormai l’unico giorno in cui gli scioperi nei negozi, da Amazon alla Rinascente, fanno notizia. Nel resto dell’anno se ne infischiano tutti, compreso chi lo fa. Avremo mica trasformato il black friday nel giorno della festa del commesso?

Buon week end.

 

Cronicario: Mps, Bankitalia parla a suocera perché il governo intenda

Proverbio del 16 dicembre Coloro che salgono sulla stessa barca hanno le stesse aspirazioni

Numero del giorno: 26% Peso dell’industria nell’economia della Germania

Poiché è un venerdì da leoni per i circa quarantamila di noialtri che si sono imbarcati nelle obbligazioni subordinate di Mps, mi sembra doveroso dedicare a loro il Cronicario che chiude questa settimana così ridanciana per le borse e insieme tristanzuola per le loro belle speranze, dopo che la Consob ieri notte ha dato il via libera all’aumento di capitale da cinque miliardi e alla possibilità di conversione dei loro bond bailinabili. A loro rivolgerò un esortazione divenuta celebre.

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No, davvero. E se non credete a me, che pure ormai ho una certa esperienza in paraculaggine nostrana, credete a Valeria Sannucci, vice direttore di Bankitalia che stamattina è intervenuta al Rome Investment Forum recitando un compassato intervento sulla necessità di aggiustare e completare l’Unione economica e monetaria europea. Intento nobilissimo e discorso pieno di spunti edificanti, come quando, ad esempio, ha ricordato che, in caso di crisi sistemica, un supporto pubblico temporaneo non solo deve essere considerato, ma favorito. Oppure quando ha sottolineato che l’uso del bail in in caso di rischio sistemico rischia di esacerbare la minaccia alla stabilità finanziaria. Ed eccola qua la parolina magica che apre le porte all’intervento pubblico: stabilità finanziaria. Qualcuno dubita che Mps, in caso di risoluzione, metta a rischio la stabilità finanziaria? No di certo, specie di questi tempi. Ed ecco allora che si prepara il confortevole abbraccio del governo. Prima delle feste, poi, ci sta tutto. Babbo Natale quest’anno passa dritto da palazzo Chigi.

babbonatale

Quindi godetevi il week end, e la prossima volta che l’amico bancario vi propone un titolo che non sapete spiegare a vostro figlio piccolo denunciatelo per istigazione al bail in.

La seconda bella notizia del giorno ce la regala l’Istat e riguarda il nostro commercio estero di ottobre, che segna un aumento congiunturale delle importazioni del 2,7% rispetto a settembre a uno zero bello tondo dell’export, mentre se guardiamo il dato tendenziale, ossia rispetto a ottobre 2015, notiamo che l’export è diminuito del 2,2% e l’import dell’1,6. Se leggete la nota fino in fondo scoprirete che sono aumentati i prezzi all’importazione, e questo è dipeso principalmente dal petrolio, e poi che nei primi dieci mesi dell’anno abbiamo cumulato un avanzo commerciale di 41,6 miliardi che sarebbero stati 63,1 se non avessimo dovuto pagare la bolletta energetica. Che quindi vale circa 22 miliardi. Questo a ottobre, prima che accadesse questo al petrolio

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e questo al dollaro, che dobbiamo usare per comprarlo

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Ma voi continuate a stare sereni, e godetevi la tredicesima (chi ce l’ha). Il fatto che il nostro avanzo commerciale – ossia l’unica cosa che ci tiene in piedi – rischi di liquefarsi appartiene al novero delle sfighe probabili più che possibili del 2017. C’è sempre la speranza, per dire, che quelli dell’Opec litighino o che i non Opec si rimangino la promessa di tagliare la produzione e che quindi l’IEA, l’agenzia internazionale che stima un deficit fra offerta e domanda a metà 2017 (e quindi un ulteriore incremento dei prezzi) prenda una cantonata.

tagliopec

Ah, dimenticavo, ci sarebbe l’esito del Consiglio europeo di ieri, ma come vi aveva anticipato il vostro Cronicario si è trattato per lo più di uno scambio di auguri e di dossier, uno più complicato dell’altro, dall’immigrazione all’unione bancaria. Si segnala la circostanza che i leader Ue si sono messi a discutere di Brexit dopo che la prima ministra britannica aveva tagliato la corda. Fra l’altro non è che i nostri euroleader abbiano le idee chiare o siano d’accordo…

tepareva

Concludo con una notizia che allieterà il vostro tempo libero nei due giorni prossimi. Il WEF ci fa sapere che la finanza digitale sta aiutando le popolazioni del mondo a sfuggire alla povertà. Non la finanza, ma il fintech ci fornirà le chiavi per il paradiso, ossia un reddito capiente. Perché, per dirla con le parole di Jane Austin,

austin

e se non ci credete vuol dire che avete un large income ce l’avete. Oppure che abitate in paradiso.

Buon week end.