Cartolina: Il tramonto della globalizzazione

Se fosse il commercio internazionale il miglior strumento per misurare la globalizzazione, potrebbe dirsi, osservando i resoconti diffusi da Ocse, che quest’ultima sta lentamente tramontando. Ciò che ancora oggi tiene in piedi il commercio sono certe consuetudini  di cui i comportamenti distruttivi di certa politica, continuando così, molto presto avranno ragione. Oggi con i dazi, domani con il bando di un’azienda perché ha una bandiera che non piace. L’esito comunque cambierà poco. Saremo meno interconnessi – anche da un punto di vista digitale – e quindi pagheremo di più prodotti di qualità inferiore, se volessimo ridurre solo a questo i vantaggi del commercio internazionale. Ma c’è dell’altro che rende ancor più mesto questo imbrunire. La globalizzazione non è (era?) solo comprare telefoni Usa prodotti in Cina con licenze irlandesi. Era (è?) imparare a conoscere gli Usa, la Cina e l’Irlanda. E tutti gli altri. Ma a quanto pare non importa più a nessuno.

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  1. Raffaele

    “La globalizzazione non è (era?) solo comprare telefoni Usa prodotti in Cina con licenze irlandesi. Era (è?) imparare a conoscere gli Usa, la Cina e l’Irlanda. E tutti gli altri. Ma a quanto pare non importa più a nessuno.”

    Temo che questa frase, che condivido pienamente, sia tragicamente vera.

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