Il virus ha prosciugato le riserve di liquidità delle aziende
Si è molto scritto e letto della straordinaria pressione che la pandemia ha generato sugli agenti economici, costretti di fatto a farsi carico dei costi del lockdown, mentre i vari governi e le banche centrali aprivano a manetta i rubinetti del denaro per evitare catastrofi peggiori.
Un recente bollettino pubblicato dalla Bis, ci consente però di guardare più a fondo nel settore corporate, che poi è quello che in qualche modo dovrà caricarsi buona parte della fatica della ripartenza. Per la quale, giova ricordarlo, saranno necessarie risorse anche per garantire nuovi standard di sicurezza coerenti con l’emergenza sanitaria.
Sul futuro, che è quantomeno incerto, possiamo dire poco. Ma sappiamo già che “lo shock di Covid-19 sta mettendo a dura prova le riserve di liquidità delle società”, come scrivono gli autori del Bollettino. Gli osservatori ipotizzano che “il 50% delle imprese non ha liquidità sufficiente per coprire il servizio del debito per il prossimo anno”. E questa è un’altra ottima ragione per la quale le banche centrali si guarderanno bene dall’aumentare il costo del denaro.
E’ vero che le istituzioni hanno promosso ampie linee di credito per raffreddare questa tensione, ma “l’accesso (a questi crediti, ndr) è irregolare e le banche potrebbero essere riluttanti a rinnovarli o estenderli nell’attuale ambiente”. A fronte di ciò molte aziende devono fare i conti con una struttura rigida dei costi che, combinandosi con incassi in molti casi azzerati, ha generato perdite operative che hanno ulteriormente prosciugato le riserve di liquidità delle imprese. Secondo le stime della Bis, infatti, a fronte di un calo degli incassi del 10% i costi sono diminuiti solo del 6%. Perciò la differenza è stata coperta dalle imprese.
Per arrivare a queste conclusioni, gli economisti hanno analizzato un campione di 40.000 imprese, sia quotate che non, distribuite fra 26 economie, sia avanzate che emergenti. Le conclusioni sono evidenti dal grafico sotto: molte aziende, in diversi paesi e nei vari settori, stanno già a secco.
Un’altra stima ci lascia immaginare qualcosa sull’anno orribile che attende il settore corporate. Una simulazione mostra che se i ricavi diminuiranno del 25% nel 2020, come sembra ragionevole ipotizzare, le aziende dovranno caricarsi un 10% in più di debito solo per rimanere vive. E il punto non è tanto che il governo o chi per lui fornisca le garanzie. Il punto è che molte imprese sono già parecchio indebitate. E semplicemente non possono permettersi di fare nuovi debiti.
Un semplice dato servirà meglio di tanti ragionamenti. Se le imprese saranno nelle condizioni di effettuare il roll over dei propri debiti nel 2020, la Bis stima che circa il 40% delle imprese nel paese mediano non sarà in grado di coprire le spese operative e gli interessi sui debiti con i cuscinetti di liquidità di cui dispone. Detto semplicemente: sono a secco e rischiano di fermarsi.